Capello: «Siamo come i quattro moschettieri»

Moggi, Giraudo, Bettega e Capello come Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan: i Quattro Moschettieri, ecco. Questa è l’immagine che il tecnico friulano ha dato di sé alla vigilia di Juve-Treviso, partita (sulla carta) scontata da giocare nell’altrettanto scontatamente vuoto Delle Alpi: «Confermo quello che ho detto – ha ribadito Capello -. Lavoriamo in perfetta sintonia e non vedo perché si dovrebbe cambiare: se poi qualcuno se ne andrà, valuteremo il da farsi». E il Treviso? «Me lo aspetto chiuso come il Bruges, con un pizzico di voglia in più di farsi vedere in avanti. Il rischio è più che altro psicologico, ma gli avversari vanno sempre rispettati».
Al posto degli squalificati Thuram e Vieira, Kovac e Blasi (più che Giannichedda). Poi poco altro, anche se un turno di riposo per Nedved potrebbe pure starci. Di sicuro ci sarà Ibrahimovic, che ieri non si è allenato per un leggero indolenzimento ma che non preoccupa. Farà coppia con Trezeguet: «Confermo che il francese era arrabbiato dopo la partita contro il Bruges – ha detto Capello - ma non vi dico perché. Ne abbiamo parlato tutti insieme ed è stato un bene: certe cose è meglio chiarirle subito, prima che si incancreniscano». Opinioni divergenti con Del Piero, pare.
Un'ultima osservazione, il tecnico la regala sul tasso tecnico del calcio italiano: «Ci sono molti buoni giocatori che non giocano ancora in grandi squadre, ad esempio molti sono al Palermo.

Lippi ha avuto il grande merito di valorizzarli, ma non bisognerebbe aspettare che lo faccia lui, i nostri operatori di mercato dovrebbero stare più attenti alla realtà di casa nostra».
Questo è quanto, in attesa di gettarsi poi nella settimana viola per eccellenza, giovedì in coppa Italia («Rientrerà Buffon, se se la sente») e domenica in campionato.

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