Capezzone e Pittaluga, l’altro fronte

Arriva Daniele Capezzone e a Genova va in scena l’altra sinistra, quella liberale che dice cose di destra. Il provvedimento Bersani «è solo l’inizio della liberalizzazione chiesta dalla Rosa nel Pugno, ora bisogna andare avanti, il prossimo obiettivo sarà aprire un’impresa in 7 giorni» ha dettoi il leader dei Radicali presentando il manifesto-appello «L’Italia ce la può fare», già sottoscritto da volti noti della politica e dell’economia e firmato ieri da esponenti locali del centrosinistra. Tra questi gli assessori regionali GB Pittaluga (Gente di Liguria) e Fabio Morchio (Sdi), e l’assessore comunale Arcangelo Merella (Sdi). Capezzone ha elogiato il Dpef e ha annunciato che il prossimo obiettivo sarà rendere molto più semplice per un aspirante imprenditore avviare un’impresa: «Oggi servono da 58 a 80 autorizzazioni e così crescono i costi in tempo e in denaro». Pittaluga ha apprezzato il documento, non fosse altro che parla della «necessità di una svolta per l’Italia, di una terapia d’urto, di un’economia che ha bisogno di essere liberata dai mille vincoli che bloccano la concorrenza e consentono l’accumularsi di rendite pagate dagli outsider».

Per Pittaluga infatti: «Prezzi e tariffe devono essere frutto della concorrenza e della liberalizzazione, non di privilegi delle rendite». E anche: «Non bisogna mettere tasse per trovare fondi per i sussidi sociali ai lavoratori. La soluzione è creare nuova occupazione con le liberalizzazioni»

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