Milano è ancora la capitale del rock italiano? Non cè dubbio che, almeno sul fronte «istituzionale», è ancora la città dove si firmano i contratti discografici e dove - particolare non indifferente per i sogni e le aspettative dei giovani artisti emergenti - si svolge il talent show televisivo musicale di maggior successo, quell'«X Factor», prodotto dal Centro di produzione Rai di via Mecenate, che ha lanciato nuovi volti sulla scena. Ma c'è un'altra musica che, come un fiume carsico, sprofonda ed emerge a seconda degli entusiasmi e degli ostacoli che incontra sul proprio percorso. Insomma, come è vista Milano dagli artisti che fanno musica e che, grazie a parecchi sacrifici, sono riusciti a vivere di musica? Il giornalista del Corsera Matteo Cruccu da tre anni organizza una indovinata rassegna di incontri sull'argomento, presso Informagiovani di via Dogana (piazza Duomo): una formula, quella dell'incontro e dibattito tra giovani artisti e pubblico (a ingresso libero, ore 18.30), che pare funzionare egregiamente. Quest'anno, il tema degli incontri - partiti il 25 febbraio e destinati a proseguire fino al 19 maggio - è «Milano vista da lontano». Sono infatti alcuni dei più noti artisti italiani, rigorosamente non milanesi, a raccontare il loro rapporto con Milano. Unica eccezione alla regola è stato il primo appuntamento con Manuel Agnelli dei milanesi Afterhours, cui hanno fatto seguito due siciliani come Giovanni Gulino, voce dei Marta sui Tubi, e il cantautore Cesare Basile. I due artisti siculi (il primo di Marsala, il secondo di Catania) hanno raccontato il loro percorso dall'underground siciliano all'approdo a Milano, dove entrambi si sono trasferiti, trovando la loro città dadozione, come per molti altri, a causa dellimpegno professionale. Milano città ospitale e ricca di opportunità, ma anche matrigna e fonte di insidie, come i «Marta sui Tubi» hanno ben cantato nell'album dedicato alla Milano Anni Zero Sushi & Coca (2008). «Quelli presso Informagiovani - spiega l'organizzatore Matteo Cruccu - sono incontri molto sentiti dal pubblico giovanile milanese. In passato siamo arrivati a 150 presenze in uno spazio che ne può ospitare una cinquantina. Segno che i giovani, quelli che ascoltano ma anche che fanno musica, vogliono capire dove va questa città. Non è un mistero che suonare dal vivo qui sia sempre più difficile. Non c'è spazio solo per la lamentatio, però. A febbraio Agnelli degli Afterhours ha sferzato un po' i giovani, accusandoli di una certa inerzia. Insomma, se le cose le si vogliono realmente, questo il suo consiglio, vanno creati gruppi di pressione, che chiedano spazi. Certo negli anni '90 le cose andavano meglio».
Tra i prossimi incontri, dal Nord-Est sono attesi i Bastard Sons of Dioniso, i Tre Allegri Ragazzi e Il Teatro degli orrori (24 marzo), da Roma arriva Piotta (7 aprile). Chiusura con Max Casacci dei torinesi Subsonica il 19 maggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.