Capitalia, Abn sale oltre l’8% nel patto dei grandi soci

Oggi si chiude la partita della quota dell’1,9% venduta da Pirelli. Per gli olandesi un investimento da 90 milioni. Inoptato lo 0,3%

Marcello Zacché

da Milano

Dall’attuale 7,6 fino all’8,2 per cento. E forse anche qualcosina di più: Abn Amro si prepara a consolidare il ruolo di primo azionista del patto di sindacato che controlla Capitalia crescendo di almeno lo 0,6%. Ma potrebbe salire anche fino allo 0,8. Questo dovrebbe essere il risultato della spartizione della quota dell’1,9% della Pirelli all’interno dei soci dello stesso patto.
La gran parte dei 17 azionisti del patto dovrebbero aderire per la loro quota. Mentre tra i soci maggiori resteranno fermi Regione Sicilia e Fondazione Banco di Sicilia. La quota inoptata, che dovrebbe essere vicina allo 0,3-0,4%, andrà anch’essa in opzione. E per questo Abn potrebbe limare ulteriormente.
L’operazione vale 332,5 milioni: tanto incasserà Pirelli per la cessione dei suoi 49,7 milioni di titoli a 6,69 euro per azione, pari all’1,92% del capitale. Di questa quota, ad Abn spetta la fetta maggiore, pari allo 0,5%. Segue la Fondazione Manodori di Reggio Emilia, con lo 0,25%, e la FonSai con 0,15%. Tutti questi sono disponibili a investire. E con loro ci saranno sicuramente anche la Tosinvest di Angelucci (che ha il 2,1% del capitale), Toti e Fininvest con l’1% cadauna, e Merloni (0,4%). I soci disponibili a sottoscrivere il loro «proquota» dovrebbero essere pronti anche a partecipare alla spartizione della quota inoptata.
Non dovrebbero invece incrementare la loro quota né Colaninno (che la lo 0,86%), né Toro (1%), né Marchini (0,77%), né Pesenti (0,25%). In tutto, contando cioè anche la Regione (che ha il 2,84%) e il Banco di Sicilia (1,71%), l’inoptato dovrebbe riguardare una porzione intorno al 18% della quota messa in vendita da Pirelli. Vale a dire poco più dello 0,3% del capitale del gruppo: un’«inezia» che verrà spartita tra Abn e gli altri «compratori». Tutti hanno infatti manifestato tale intenzione al presidente del Patto di sindacato, Vittorio Ripa di Meana. Che concluderà oggi il giro di orizzonti per mettere nero su bianco la situazione definitiva. In ogni caso l’ordine di grandezza del nuovo investimento di Abn Amro in Capitalia è sui 90 milioni (la metà quello di Manodori, 26 milioni per FonSai e 11 per Fininvest). Un segnale forte se si considera che fino a poche settimane fa era in forse persino la permanenza degli olandesi nel patto che controlla il 31,02% del capitale del gruppo bancario romano.

A questo punto, invece, Abn non solo resta, ma cresce ancora dimostrando di credere nelle banca presieduta da Cesare Geronzi, e nelle possibilità di sviluppo del gruppo che, per ora, sta alla finestra. Aspettando di vedere come si concluderà l’aggregazione Sanpaolo-Intesa e come evolverà il risiko delle popolari.
Ieri il titolo Capitalia ha chiuso la giornata senza rilevanti oscillazioni, a quota 6,74 euro.

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