C'è solo un capitano, cantano i tifosi campioni d'Italia. E lo sanno bene, ahiloro, anche gli avversari che provano invano a rubargli la palla mentre lui se ne va come una locomotiva in lungo e in largo per il rettangolo di gioco. Javier Zanetti, 36 anni e non sentirli, cuore, anima e cervello dell'Inter, suona la carica in vista del prossimo titulo alla portata della corazzata nerazzurra. «La Supercoppa potrebbe essere il nostro primo trofeo della nuova stagione, quindi il modo migliore per iniziare il nuovo anno calcistico». Questo il verbo di Zanetti prima della partenza per Pechino, dove sabato i nerazzurri affronteranno la Lazio per la Supercoppa di Lega.
«Credo ci siano tutte le condizioni per fare una buona partita», promette Zanetti dall'aeroporto di Malpensa: «Se ci penalizzerà il fatto di sputare questa gara in Cina? Non penso», assicura il fuoriclasse argentino, «è vero che abbiamo viaggiato tanto, ma credo che la cosa più importante sia saper lavorare bene. Noi l'abbiamo fatto e andremo lì per vincere».
Nessuna scaramanzia, insomma. Le grandi squadre non ne hanno bisogno: «La Lazio è una squadra da rispettare, ci potrà mettere in difficoltà e noi dobbiamo essere pronti a reagire. Se Cruz avrà desiderio di vendetta? Non la chiamerei vendetta, Julio ha sempre lavorato molto bene e dalla nostra squadra ha sempre avuto il maggior bene possibile. Gli auguro una grande stagione».
Zanetti ha poi definito «molto ampio» l'organico dell'Inter assicurando che la squadra di Josè Mourinho «sarà in grado di competere su tutti i fronti». No comment, invece, sulla partenza di Zlatan Ibrahimovic, ceduto al Barcellona in cambio di Samuel Eto'o e di un mucchio di soldi: «Non pensiamo a chi ormai è andato via, ma ai campioni che erano già qui e a tutti gli altri che sono arrivati quest'anno». Il fuoriclasse del Camerun «È un bravissimo ragazzo. Si allena con tanto impegno ed è davvero in gamba».
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