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Il capostazione evita una seconda strage

Una microfessura corrosa potrebbe aver provocato il disastro di Viareggio, causando la rottura del mozzo della ruota. L’ipotesi è sul tavolo della procura di Lucca, che indaga sull’incidente a Viareggio per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Nel mirino degli inquirenti finisce un possibile, grave errore nella manutenzione. E, conseguentemente, anche nei controlli. Se quel pezzo del carro cisterna che ha ceduto era già danneggiato, gli screening periodici, tra cui le indagini a ultrasuoni, che evidenziano anche i minimi difetti, avrebbero dovuto accertarlo. Le stesse conclusioni le ha rese note il ministro Altero Matteoli riferendo in Parlamento sul primo rapporto informativo sull’incidente stilato dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Spiega come la superficie del punto di rottura dell’asse (nella foto tonda) «presenta un aspetto liscio con tracce di ruggine», elemento che fa propendere per un danno preesistente. Anche l’ad di Fs, Mauro Moretti, taglia corto: «Si è spaccato un asse, ma non si è spaccato lì, ha avuto una storia di fessurazioni progressive». E Pasquale Ventrella, direttore movimento di Rfi, il «capo» dei capistazione, pensa che qualcosa non sia andato per il verso giusto. «Abbiamo un sistema normativo che prevede severe regole e che garantisce l’assoluta efficienza di un carro come questo, che trasporta un carico così delicato. Lo scenario che si è realizzato a Viareggio, nel rispetto delle regole non si sarebbe mai verificato». Insomma, «quanto è accaduto è certo materia da approfondire sia da parte della magistratura sia degli organi tecnici», spiega Ventrella, che racconta cosa è successo nei primi momenti dopo l’incidente. «Quando il treno è transitato, il capostazione, come di routine, ha osservato su entrambi i lati del binario per verificare che fosse tutto regolare, ma si è accorto che il convoglio sollevava pietrisco perché era deragliato un carro. Così ha messo sul rosso tutti i segnali di stazione, e la sua prima preoccupazione è stata allertare l’intercity in arrivo. Ha anche cercato di mettersi in contatto con i macchinisti del treno, che però si è fermato subito a causa del deragliamento, e ha segnalato l’emergenza alla centrale di Pisa, responsabile per la dorsale tirrenica». Un eroe? No, spiega Ventrella, solo un ottimo capostazione. «Ha avuto un comportamento assolutamente professionale, rispettando alla lettera quella che è la procedura in casi come questi. Tutte le comunicazioni passano per la nostra rete mobile privata, il gsmr, riservata alle attività ferroviarie.

E al capostazione è bastato premere un pulsante per segnalare a tutti i treni nei dintorni che era successo qualcosa di serio».
MMO

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