Alessandro Torcoli
Il Soave ha trovato la strada per il successo, in equilibrio tra laspirazione di diventare il Grande Bianco dItalia e la necessità di piacere subito. Con le sue tre tipologie (Soave Superiore Docg, Classico Doc e quello semplicemente Doc) incontra i gusti più diversi. A Milano, il 9 marzo, il Consorzio di tutela, presieduto da Arturo Stocchetti e diretto da Aldo Lorenzoni, ha accompagnato 34 produttori con i loro cru. Abbiamo rilevato una varietà dofferta stupefacente, persino eccessiva, in una gamma di vini che spazia dal banale al grandioso, prezzi compresi (dai 4 ai 15 ). Segnaliamo le emozioni maggiori. Il Carniga della Cantina del Castello da uve leggermente surmature, con affinamento di 12 mesi in legno, annata 2003 (10 ) è esotico e complesso. Lunica selezione da singolo vigneto della Cantina di Soave, il Castelcerino 2004, conquista per freschezza e per il profumo netto di mela (6 ). Le Rive 2003 di Suavia, un anno in barrique, dischiude profumi di ananas, mandorla e polvere di caffè, con grande equilibrio gustativo (14,50 ). Dalla cantina di Gini esce La Frasca 2004, frutto di vigne cinquantenni, con note decise di pera; la sua selezione Contrada Salvarenza 2003 (vendemmia tardiva) nasce da vigne che toccano i 90 anni ed esprime notevole grassezza e freschezza tagliente. Qualcuno giura che regge bene 10 anni in bottiglia. Prezzo: 10,70 . È altrettanto longevo e muscoloso il Foscarin Slavinus 2003 (8 ), un Soave deciso come il suo artefice Gino Magnabosco, titolare della Monte Tondo, che cominciò a 21 anni ad acquistare le vigne pezzo per pezzo, su declivi impossibili oggi rivalutati alla grande. Il suo vino bandiera è il Montetondo, che vinifica solo in acciaio (4,70 ), di immediato impatto. Chiude il sorriso di Elena Tessari, terza generazione de La Capuccina, che con i fratelli conduce lazienda vinicola e lannesso ristorante.
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