Roberto Bonizzi
Il car sharing cresce rapidamente. Oggi sono 650 gli abbonati al servizio di auto in condivisione di Legambiente, «e negli ultimi mesi - spiega Nicoletta Morrone responsabile di Milano Car Sharing - la crescita è stata esponenziale. Dalla fine dell'estate i nuovi soci crescono al ritmo di 40 unità al mese. Nell'ultimo anno sono raddoppiati. E tutto questo senza pubblicità, solo attraverso il passaparola». I milanesi provano la novità e fiutano il risparmio.
Impressioni confermate dal sondaggio che Legambiente effettua tra gli associati di Milano Car Sharing: tutti si ritengono soddisfatti del servizio e lo consiglierebbero ad amici e conoscenti. Una crescita costante che aiuta a risparmiare su costi fissi e spese di manutenzione dell'auto di proprietà e promuove un nuovo modello di mobilità. «Chiamiamole scelte ecosostenibili - dice Andrea Poggio presidente di Legambiente Lombardia -. Il 66% degli iscritti rinuncia all'uso esclusivo dell'auto preferendo mezzi pubblici (44%), scooter (32%), bicicletta (19%) oppure si sposta a piedi (5%). Inoltre se prima dell'iscrizione al servizio il 65% degli interpellati era proprietario di un veicolo, dopo l'abbonamento il 78% non ne possiede più».
Le ragioni per cui i milanesi scelgono il car sharing sono il risparmio di tempo e stress, il contributo alla diminuzione dello smog e dei veicoli in circolazione, l'attenzione al portafogli. Con l'auto in affitto si possono infatti risparmiare tra i 2mila e i 5mila euro l'anno. «I vantaggi sono numerosi - analizza Edoardo Croci vicedirettore dello Iefe, l'istituto di economia e politica per l'energia e l'ambiente della Bocconi -. Diminuiscono inquinamento e traffico. I veicoli a disposizione sono meno nocivi per l'ambiente: si cambiano ogni 3 anni e sono sempre al passo con le normative ambientali. Quelli di Milano Car Sharing sono quasi tutti ibridi (metano o elettrici più benzina). Poi con l'auto in condivisione si passa da un bene personale a un servizio. Purtroppo la macchina è ancora uno status symbol e il car sharing è ancora un servizio di nicchia».
Non aiuta la presenza di due società concorrenti in una piccola fetta di mercato.
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