"Cara Moratti, il Pdl ha vinto ma il merito è tutto nostro"

Gli otto consiglieri regionali eletti a Milano scrivono al sindaco: "Abbiamo fatto un’enorme fatica per conquistare consensi"

"Cara Moratti, il Pdl ha vinto ma il merito è tutto nostro"

Se non si tratta di un pronunciamento, poco ci manca. Otto consiglieri regionali del Pdl, cioè tutti gli eletti al Pirellone nella circoscrizione di Milano, scrivono a Letizia Moratti: «La vittoria è merito nostro e di Roberto Formigoni». Un successo del presidente della Regione, che ha dalla sua una convincente arma di persuasione, ovvero il fatto che si prepara a formare la giunta e quindi avrà un ruolo di primo piano nel decidere chi entra e chi esce nella squadra di sedici assessori e quattro sottosegretari. Formigoni, nella prima riunione degli eletti, dopo i complimenti di rito, li ha invitati a «una presenza costante sul territorio» che vada oltre il momento della campagna. Il messaggio è chiaro: fate come la Lega.
Il documento molto duro verso il sindaco è firmato in ordine da Domenico Zambetti, Sante Zuffada, Stefano Maullu, Mario sala, Massimo Buscemi, Alessandro Colucci, Angelo Giammario, Romano La Russa. Tutte le anime del Pdl, riunite dal fastidio per le dichiarazioni del sindaco, che ha ricordato come il Pdl a Milano abbia ottenuto il miglior risultato d’Italia. Insomma, la Moratti tenta di blindarsi per il prossimo mandato.
«Abbiamo molta stima del sindaco e del suo operato politico, ma vogliamo metterla in guardia da considerazioni troppo affrettate sul significato dell’indubbio successo che il nostro partito ha riportato nelle recenti elezioni regionali nella città di Milano». E ancora: «Noi che abbiamo setacciato giorni e giorni le strade, le piazze e i quartieri della nostra città, i luoghi di lavoro e i centri di ritrovo, assicuriamo al sindaco Moratti che abbiamo dovuto fare un’enorme fatica per chiedere consenso, che abbiamo ottenuto soltanto spiegando che il 28 e il 29 marzo si sarebbe votato per la Regione e per Roberto Formigoni presidente».
La competizione tra Moratti e Formigoni è di vecchia data, risale al debutto del sindaco in città, si è accentuata con l’Expo ed è tornata ad essere palese all’apertura della campagna elettorale di Formigoni, sabato 27 febbraio al Teatro Dal Verme. Spiazzando tutti, il governatore aveva denunciato un caso Milano, segnalandola come il ventre molle del Pdl, la città in cui la distanza tra Pdl e Pdl era più ravvicinata. «Presenteremo quattro progetti per Milano» l’annuncio di Formigoni, che durante la campagna è andato in giro a fare da supporter a idee per la città ben diverse da quelle della signora Moratti.
Mario Sala, colui che a Milano ha raccolto più preferenze, commenta: «Dobbiamo iniziare a lavorare veramente per Milano. Ci sono molti punti di difficoltà, dalla macchina comunale alle buche per le strade fino alla crisi». Romano La Russa invita il sindaco a dare onore al merito dei candidati e del Pdl: «Ci aspettavamo che dicesse “abbiamo vinto” e non “ho vinto”. In ogni caso serve una sterzata per riconfermare i numeri di cinque anni fa».
La Lega dichiara di volere il sindaco di Milano, al punto che Umberto Bossi si è proposto come successore della Moratti. Formigoni è stato piuttosto possibilista ed è probabile che continuerà in questa politica, dal momento che preferisce concentrare le attenzioni leghiste su palazzo Marino, anche per distoglierle dal Pirellone. A difendere la posizione del sindaco, anche per doveri d’ufficio, scende in campo Guido Podestà. «Credo che il nostro sindaco Moratti ci accompagnerà fino al momento di Expo e sarà un ottimo sindaco» dice il coordinatore regionale del Pdl. E rimbalza le richieste di Bossi: «C’è più di un anno, credo che stia svolgendo una funzione importantissima al governo, che deve portare al federalismo».
Sullo sfondo, ma neanche poi tanto, ci sono i dissidi sull’Expo e sul Pgt, il Piano del territorio che la Moratti e l’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, hanno steso con un’autonomia ritenuta eccessiva dal partito e dal presidente della Regione. Il sindaco è sotto accusa anche per la politica sulla sicurezza, non concordata a sufficienza.


Nella polemica interviene il coordinatore cittadino, Luigi Casero: «Non diamo troppo peso all’episodio, frutto della tensione post elettorale. Il merito della vittoria milanese è di tutti. Adesso è necessario stare uniti per dare ulteriori risposte ai cittadini».

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