«Cara Novella Eva, non sono un elegantone vesto come mi pare e piaccio ancora alle donne»

Gentilissima Signora Novella Eva, ho letto più volte e con crescente orrore l'articolo a sua firma dal titolo... «Tra i “dandy” genovesi di qualità». La sua indiscussa professionalità avrebbe dovuto consigliarle, prima di scrivere certe castronerie, di consultare il vocabolario inglese-italiano dal quale risulta: Dandy : sost. masch., elegantone... che a sua volta significa (confronta voc. Palazzi) colui che veste rigorosamente alla moda!
Converrà con me che per tradizione e misurato senso del buon gusto, certamente a Lei (non me ne voglia) sconosciuto, posso vantarmi di non aver mai seguito la moda maschile, con la quale ho sempre caparbiamente rifiutato di misurarmi, vestendo invece in maniera assai tradizionale.
E poi, diamine signora Eva, Le pare di avermi mai visto agghindato, diciamo così, alla sans facon, come un qualunque pizzaiolo?!: la camicia aperta, le scarpe slacciate alla Massimo Spinaci...

oppure indossare quelle orripilanti cravatte, gioia del nostro comune amico Vittorio Sirianni?
Cravatte (se così possiamo chiamarle) che solo nel suo piccolo mondo (di Lei) alieno ai gusti raffinati, potrà anche definire sontuose, ma che sfigurerebbero anche al collo di un prepensionato dell'ufficio del catasto di Tirana!!
Mi faccia la cortesia, la prossima volta mi metta al n° 11/12/13... dopo l'ex indossatore.
Non sono altissimo, non sono sprezzante, ma piaccio ancora, nonostante tutto, alle signore albarine e non solo.
Con simpatia.

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