RomaLha saputo dai giornali di essere indagato per lomicidio di Gianguerino Cafasso, il pusher del caso Marazzo stroncato lo scorso settembre da una dose di droga tagliata male in una stanza dalbergo. Finora il maresciallo Nicola Testini era considerato solo lorganizzatore del video-ricatto allex presidente della Regione Lazio. Ora i magistrati hanno alzato il tiro, credono che sia stato lui a consegnare a Cafasso il mix letale di cocaina ed eroina. Per toglierlo di mezzo, perché non era riuscito a piazzare sul mercato il filmato di Marrazzo in compagnia di un trans come gli era stato chiesto dalla banda di carabinieri infedeli e ormai sapeva troppo del tentativo di ricatto in corso. È stata la fidanzata del pusher, il trans Jennifer, a raccontare agli investigatori che la droga letale gli era stata fornita da Testini, fornitore abituale di Rino. Anche se non è chiaro perché mai un pusher del livello di Cafasso dovesse rifornirsi proprio da un carabiniere. Forse la cessione dello stupefacente era il compenso per le segnalazioni ricevute dal confidente? E da dove proveniva la droga? I tabulati telefonici, comunque, hanno confermato i contatti tra Cafasso e il militare, altri riscontri sono arrivati e adesso Testini rischia di finire nuovamente in cella con unaccusa ben più pesante di quelle che gli venivano contestate finora. Una richiesta di arresto sarebbe già pronta per lui. Le novità lo hanno lasciato senza parole: «È una cosa assurda, non centro nulla con tutta questa storia».
Intanto ieri, nel carcere di Regina Coeli, il carabiniere Luciano Simeoni ha confermato la ricostruzione della Procura sul video: «Lo girai io assieme al collega Carlo Tagliente». Finora i militari avevano sempre sostenuto che a filmare Marrazzo in compagnia del trans Natalie fosse stato Cafasso. Ora la loro versione è cambiata e nuovi particolari si sono aggiunti. Il video fu fatto con il cellulare di Tagliente, ma alcune scene furono girate da Simeone. Fu Natalie a chiedere a Cafasso della droga perché stava per incontrarsi con lex governatore. Il pusher avrebbe poi girato linformazione a Tagliente. I pm ritengono che siano stati i carabinieri a lasciare la cocaina sul tavolo dellappartamento. Simeone ieri ha negato la circostanza ancora una volta: «La trovammo già in casa», lasciando intendere che fosse stato Cafasso a portarcela. Simeone ha negato anche di aver portato via a Marrazzo soldi e assegni. Ma il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli sono di tuttaltro avviso. Risposte ai dubbi su come siano andate davvero le cose il 3 luglio del 2009 in via Gradoli potrebbero arrivare dal video integrale di 12 minuti che gli investigatori cercano disperatamente. Finora, infatti, è stato trovato soltanto un promo molto più breve. I carabinieri del Ros lo sono andati a cercare nello studio dellavvocato di Cafasso, Marco Cinquegrana, al quale il pusher lavrebbe consegnato in una pen-drive affinché lo custodisse, come avrebbe raccontato Simeone in un precedente interrogatorio. Gli investigatori hanno portato via lhard disk del computer e ricopiato la memoria.
Dai racconti di alcuni trans di via Due Ponti, dove si trova il monolocale di Brenda, il viado ucciso dal fumo sprigionatosi da un misterioso incendio, emergono voci e sospetti di inquietanti retroscena. «Se Nicola Testini si trova in questa situazione - svelano - è soprattutto a causa di Jennifer, con la quale il carabiniere aveva una storia. È stata lei a convincerlo ad incastrare Marrazzo. Tutto è partito da lei perché era gelosa che Marrazzo, il cliente che pagava meglio, andasse con altri trans. Aveva già tentato due volte di collaborare per incastrare il governatore dando la soffiata ai carabinieri».
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