Nuove carceri. È lindicazione che arriva dal Ministero di Grazia e Giustizia, deciso a costruire nuovi istituti di pena che siano più adeguati per dimensioni e strutture. La notizia non può lasciare indifferente Genova che subito pensa alla struttura di Marassi come quella che senza dubbio avrebbe più bisogno di un trasferimento ad altra sede. E la «Fondazione Genoa 1893» in questa possibile iniziativa «vede» soprattutto loccasione per guadagnare spazi utili a un definitivo adeguamento dello stadio Luigi Ferraris. Per realizzare quegli interventi che consentano di evitare problemi anche al resto della città in occasione delle partite di calcio. Solo per fare un esempio, domani, il Comune ha vietato transito e sosta addirittura nella parte di piazza della Vittoria, lato Inps per esigenze di polizia.
«La costruzione di un nuovo moderno carcere in unarea periferica da identificarsi convenientemente consentirebbe di soddisfare fondamentali esigenze di civiltà, creando finalmente un ambiente vivibile per i reclusi - scrive la Fondazione - E, nello stesso tempo, una risistemazione complessiva della zona consentirebbe di creare le condizioni per unintegrazione ottimale tra lo stadio e il quartiere. Invitiamo pertanto il Comune di Genova e le altre Istituzioni ad attivarsi tempestivamente ed efficacemente perché lo spostamento delle Carceri di Marassi con la realizzazione del nuovo istituto di pena sia inserito nel piano annunciato dal Ministro con la priorità che merita».
Il progetto del Ministero è naturalmente solo agli inizi e non è stata ancora tracciata una mappa degli interventi previsti, ma appunto dalla Fondazione arriva la richiesta di non lasciarsi sfuggire leventuale occasione. Occasione che invece Genova ha già perso circa quattro anni fa. Alla fine del 2004 infatti le carceri di Marassi sarebbero state abbattute e listituto di pena trasferito in altra sede con un investimento anche molto modesto. Fu lamministrazione comunale ad affossare questa soluzione. Lo conferma oggi Rosario Monteleone, che nel 2004 era assessore comunale con la delega ai beni demaniali. «Sì, avevo lavorato a unipotesi di spostamento del carcere - ricorda non senza rammarico - La città, e il quartiere di Marassi in particolare, avevano bisogno di spostare il penitenziario. E la soluzione lavevamo anche individuata».
Il seguito del racconto spiega anche come, purtroppo, non si possa tornare più indietro sulla decisione. «Lidea era quella di trasformare in carcere la struttura di Morego dove cerano gli uffici della Finanza - prosegue Monteleone - Serviva un intervento davvero poco oneroso. Il luogo era ideale. Cera un muro di cinta, cera già anche un sistema di videosorveglianza, cera una palestra, un giardino interno. Con pochi ritocchi sarebbe diventato un carcere nuovo e funzionale. Tra laltro la Finanziaria quellanno consentiva ai Comuni di chiedere in concessione quei beni demaniali. E io avevo predisposto già la richiesta». Tutto pronto, o quasi. Perché il progetto venne affossato. Da chi? «Praticamente sostenne la mia idea solo lassessore allurbanistica, Bruno Gabrielli - conclude deluso Monteleone - La giunta bocciò lidea, non se ne fece nulla. A Morego ci hanno voluto portare lIit, che invece avrebbe avuto la sede ideale nellex ospedale di Quarto, dove era anche inizialmente prevista».
Monteleone, pur non avendo attualmente conoscenze dirette della materia, è rammaricato anche perché non ritiene che oggi possa essere individuata unarea idonea a trasferirci le carceri.
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