Il cardinal Federigo diventa una fiction

Il cardinale Federigo Borromeo, dotto mecenate e fondatore della Biblioteca Ambrosiana che in questi giorni festeggia il quarto centenario, sarà protagonista di una docu-fiction finanziata dal Ministero, dal Comune e dalla Regione Lombardia. Il progetto, che ha già avuto l’approvazione dal Comitato celebrativo dell’Ambrosiana e che verrà prodotto a fine anno, sarà realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia presieduto da Francesco Alberoni. Dopo il kolossal sul Barbarossa, anch’esso finanziato dallo Stato, la macchina da presa si sposta dunque sulle gesta dell’illuminato cardinale che nel 1607 fondò a Milano l’istituto destinato ad ospitare, oltre alla raccolta dei più importanti codici sul pensiero occidentale e orientale, una quadreria di capolavori tra cui figurano il cartone della Scuola di Atene di Raffaello, il Ritratto di musico di Leonardo da Vinci, la Canestra di frutta di Caravaggio. Successivamente la pinacoteca si sarebbe arricchita di numerosi e prestigiosi lasciti, tra cui dipinti di Leonardo, Botticelli (Madonna del padiglione), Bramantino, Bergognone, Bernardino Luini, Tiziano, Jacopo Bassano, Moretto, Savoldo, Giovan Paolo Lomazzo, Caravaggio, Jan Brueghel eccetera. La fiction, di cui non sono ancora stati definiti regista e interpreti, racconterà non senza accenti romanzati la personalità anticonformista di un uomo dotto la cui vita venne definita dal Manzoni «un ruscello che, scaturito limpido dalla roccia, senza ristagnare né intorbidirsi, và limpido a gettarsi nel fiume». Sul set il figlio di una nobile e ricchissima famiglia milanese che si battè fin da ragazzo contro l’intolleranza e l’oscurantismo della sua epoca dedicandosi alla catechesi cristiana e allo sviluppo della società attraverso le opere e la cultura. Su questo anelito fondò la «biblioteca delle meraviglie» che oggi viene presentata in tutto il suo splendore anche e soprattutto attraverso un percorso espositivo che, grazie a un allestimento multimediale di grande impatto, mette in luce le avventurose vicende della sua formazione.

Federigo fondò di tasca propria la Biblioteca che conteneva trentamila volumi stampati e quattordicimila manoscritti e lasciò ai cittadini un’eredità di oltre cento opere dotte di tutti i generi classici, anche se queste sono state dimenticate.

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