Il cardinale Parolin "inaugura" a Roma il Centro Riabilitativo Giovanni Paolo I

Il segretario di Stato ha benedetto la struttura che ha aperto l'11 novembre. Aurigemma: "Sarà anche un luogo di ascolto e accoglienza, con la persona al centro"

Il cardinale Parolin "inaugura" a Roma il Centro Riabilitativo Giovanni Paolo I
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Sono oltre tre milioni le persone con disabilità in Italia. Che si tratti di disabilità fisica, psichica o sensoriale, le diagnosi sono ancora sottostimate per carenza di strutture e personale. Un bambino su 77, tra la fascia 7-9 anni, ha una diagnosi di disturbo dello spettro autistico e ci sono 4mila nuovi casi ogni anno. Sono 338mila gli studenti con DSA nel nostro Paese, la dislessia è il disturbo più frequente, seguito da disortografia, discalculia e disgrafia. Il 3-5% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni è affetto da ADHD, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività. Con questo quadro è evidente che il sistema non basta più: i centri pubblici e accreditati sono pochi e già saturi, i professionisti troppo pochi rispetto ai bisogni reali e per molte famiglie ottenere una diagnosi in tempo utile è una corsa a ostacoli lunga mesi. Nel Nord, Centro e Sud i centri dedicati sono 1214 ma oltre la metà si trova al Nord, per l'esattezza: il 54% al Nord, il 21% al Centro e il 24% al Sud. Oltre 300 minori tra i 2 e i 7 anni sono in lista d'attesa a fronte di poco più di 100 minori presi in carico. Osservando in particolare la situazione nel Lazio, sappiamo che nelle scuole statali della regione ci sono 34.921 alunni con disabilità a fronte di 118 centri attivi ma con tempi d'attesa lunghi, difficoltà di accesso e continuità terapeutica.

Lo scorso 11 novembre, con la benedizione del cardinale Pietro Parolin è stato inaugurato a Roma il Centro di riabilitazione Giovanni Paolo I. Il Centro, gestito dalla Cooperativa sociale Medihospes, aderente al Consorzio La Cascina, sarà una struttura che offrirà servizi medici di alta specializzazione nella cura di bambini e adulti con disturbi della sfera cognitiva e del comportamento, disabilità fisiche, sensoriali e psichiche. Il poliambulatorio non si concentrerà solo sulla dimensione medica, ma si prenderà cura in maniera olistica degli assistiti e delle loro famiglie. All'inaugurazione erano presenti anche il team di neurologi, psicologi, neuropsichiatri infantili, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, coordinato dalla dottoressa Daniela Di Venanzio. I medici disporranno di uno spazio di 256 metri quadrati, con nove studi, una palestra per trattamenti in regime ambulatoriale e riabilitativo destinati a pazienti autistici o con disturbi specifici dell'apprendimento, disabilità cognitivo-comportamentale e disabilità complessa (sensoriale, motoria) e per patologie neurodegenerative.

Il Centro Riabilitativo Giovanni Paolo I, oltre a offrire sedute di psicoterapia individuale, riabilitazione cognitiva e motoria, supporto genitoriale e consulenze specialistiche integrate, potrà intervenire in tempi rapidi, prendendo in carico ogni caso clinico a stretto giro, offrendo le prime consulenze gratuitamente. La filosofia del Centro è quella di utilizzare un approccio personalizzato, mettere al centro il rapporto assistito-famiglia, garantire una terapia garantita nel tempo e integrando le cure con la scuola e i servizi sociali già presenti sul territorio.

Luigi Grimaldi, direttore dello Sviluppo per la Medihospes, ha spiegato: "Lavoriamo affinché il Centro mantenga alta l'attenzione sui bisogni delle persone che si rivolgeranno a noi con fiducia realizzando migliori condizioni di vita per gli assistiti e per le loro famiglie".

Marco Vincenzi, delegato del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha definito il nuovo Centro Ambulatoriale di Riabilitazione Giovanni Paolo I un "utile presidio di futuro, e di diritto alla felicità, in un luogo dove proprio il Giubileo ha avuto un ruolo importante".

Secondo il presidente del Consiglio della Regione Lazio, Antonello Aurigemma, il Centro "non sarà solo un luogo di riabilitazione, ma anche di ascolto e accoglienza: è sempre la persona che deve stare al centro dell'attenzione, non la malattia".

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