Una carezza in un punto

Tre secondi, come un anno fa. Una carezza in un punto oggi, un punto in una sberla allora. Sempre un pareggio tre secondi oltre il recupero. Una sciabolata di Mutu a farci dire che quel gol a tempo tecnicamente scaduto ci sarebbe costato la Champions. Una doppia zampata di Criscito e Kharja a tempo tecnicamente scaduto a farci dire che chissà... forse davvero esiste la compensazione. Non per la Champions, per carità, ma per il nostro obiettivo stagionale, chissà che quel gol arrivato tre secondi oltre il recupero non ci regali una soddisfazione sul filo di lana. Sì, ho detto tre secondi. Ma il marocchino che avrebbe caldo in un igloo non ha gelato il Palermo oltre il 98’? E poi l’arbitro non aveva dato solo 4 minuti di recupero? Domande urlate con stizza anche in tribuna stampa da cronisti genovesissimi che non imprecavano certo perché costretti a rifare il pezzo. Rispostine tecniche: cari colleghi, l’arbitro aveva dato 4 minuti, più uno in corso di recupero per l’infortunio a Balzaretti rimasto in terra oltre due minuti. Insomma, si doveva giocare fino al 95’. E al minuto 95’ e 3” (leggasi tre secondi) dei cronometri delle tv.

Valeri ha fischiato il rigore. E il regolamento chiarisce che non importa se le proteste durano altri due minuti: il rigore si batte comunque. Chi avesse ancora dubbi chieda a Kharja come lenire le improvvise vampate di calore.

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