Roma - «Un milione di euro? Bella donna, ma che tariffe». Sabina Guzzanti la butta ancora sul ridere, ma Mara Carfagna stavolta ha poca voglia di scherzare. Quei soldi il ministro infatti li vuole davvero e li vuole dall’attrice per la sua ormai famosa performance di luglio a Piazza Navona. A dare la notizia è stata la stessa Guzzanti, sul suo blog: «Niente diffamazione, ha optato per una causa soltanto civile. Tra l’altro l’atto di citazione, che è stato recapitato l’ultimo giorno utile, è dell’ottimo materiale per altri sketch satirici». Immediata la replica: «Parole offensive e disinformate. Devolverò la cifra a un’associazione che aiuta le donne vittime di violenza».
Dunque la polemica finirà in tribunale. Eppure l’altra sera dagli schermi di Matrix la Carfagna si diceva pronta a ritirare la citazione in giudizio «se la signora Guzzanti avesse la sensibilità di scrivere due righe di scuse: ma non credo che lo farà, lei ha costruito un pezzo della sua carriera sull’insulto». Nessuna scusa. Anzi, Sabina sostiene che «adesso posso farle causa anch’io». E cita un paio di frasi pronunciate dal ministro durante la trasmissione di Mentana. «La Guzzanti mi fa compassione. Non mi sembra una persona solida. Mi sembra fragile anche mentalmente». Insomma, insiste, «mentre i miei giudizi su di lei sono fondatissimi, i suoi su di me sono assolutamente gratuiti».
L’attrice critica anche il merito delle motivazioni della querela. «Si sostiene nell’atto che io abbia partecipato a una manifestazione dichiaratamente antigovernativa, come se questo fosse un’aggravante o una cosa anormale. Si sostiene che avrei dovuto parlare anche delle sue capacità, non ha nemmeno capito che non era lei l’oggetto del discorso. Tra l’altro la citazione è firmata da un avvocato sconosciuto, il che mi fa pensare che sia solo uno di facciata e che dietro ci siano i soliti legali di Berlusconi». E comunque «si cerca di introdurre un precedente pericoloso, cioè che la satira deve restare dentro certi limiti». Infine, le intercettazioni: «Anche se non esistono, le foto del suo calendario da sole bastano a dire che non può stare alle Pari opportunità. Con quella scelta Berlusconi ha offeso tutte le italiane. E siccome le donne non sono Veltroni o D’Alema ma sono coraggiose, confido in una reazione».
«Dalla Guzzanti arrivano solo falsità - ribatte la Carfagna -. Innanzitutto la scelta di procedere civilmente è stata dettata dalla necessità di far mettere nero su bianco da un giudice le mie ragioni senza richiedere un’inutile condanna penale. Poi, la richiesta di un milione di euro simboleggia l’enormità della mia sofferenza dinanzi a tanta cattiveria e qualsiasi importo che la magistratura dovesse assegnarmi sarà devoluto ad associazioni impegnate a favore di donne vittime di violenza».
«Quanto alla scelta dell’avvocato - precisa inoltre il
ministro - , si tratta semplicemente di un’amica vicina di casa del cui figlio sono madrina di battesimo. Come sempre le mie scelte sono lineari e come sempre le tesi della Guzzanti sono basate su cattiverie e disinformazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.