Cari lettori, nei giornali piombo e carta sono dei veri tiranni

Caro Dr. Granzotto, è dimostrato, provato, accertato che la voce del popolo non arriva e non può andare oltre certi livelli, se non con gli scioperi o dimostrazioni di vario tipo e natura. Al lettore che scrive al quotidiano che acquista da decenni, gli filtrano le lettere, gliele tagliano, censurano e, nella peggiore delle ipotesi, vengono cestinate o bloccate alla ricezione come, immagino, lo sarà anche questa. Il privato cittadino, neanche dopo averne accertata la paternità del messaggio, può far sentire la sua voce a coloro che, bene o male, lo governano. Sembra quasi che non siamo in grado di assumerci le nostre responsabilità di ciò che pensiamo o scriviamo, insomma siamo solo una massa che deve rimanere inoffensiva. Leggendo quotidianamente lo spazio riservato a noi lettori, ho la netta sensazione che vengano scelti ad hoc i messaggi utili, d’accordo, ma inoffensivi tanto per riempire le due pagine. Nello spazio riservato a noi, non ho mai letto un insulto diretto a qualche uomo politico incapace o inutile, (e di quelli ce ne sono molti, noti a tutti e che non lasciano nessuna traccia del loro passaggio nel mondo politico), i voltagabbana, i banderuola, che hanno carpito la buona fede degli elettori, e dove mettiamo gli assenteisti cronici? Perchè visto e considerato che li stipendiamo profumatamente, manteniamo le loro famiglie, le loro amanti e le famiglie delle loro amanti (amanti di tutte le tendenze, intendo), non possano essere da noi anche duramente criticati e, quando ci sono le premesse, anche insultati? Si parla tanto di libertà di stampa, di libertà di pensiero e Le chiedo quindi, perché Santoro o Travaglio, ecc possono insultare e offendere la persona che io ho votato senza incorrere in alcun reato (la magistratura è dalla loro, perché la legge non è uguale per tutti), ed io, tramite il mio quotidiano non posso insultar loro, o chi li protegge e spalleggia? Sono un italiano di serie B? O chi si fa le case a Montecarlo o in altre città o capitali europee? (non ho dimenticato le foto pubblicate da Il Giornale riguardanti gli appartamenti acquistati dall’on. Di Pietro capo incontrastato dell’Idv (V come valori edili). Il tutto costituisce reato ed io non beneficio dell’immunità parlamentare? Benissimo, sono pronto ad affrontare il carcere se Il Giornale mi permette di far arrivare un insulto a Fini, Bocchino, Di Pietro, Franceschini ecc. Ad ogni e-mail (che ha valore legale a tutti gli effetti), aggiungo sempre nome, cognome, indirizzo e numero di telefono quindi sono facilmente rintracciabile perciò in attesa di un V/S squillo cordialmente Vi saluto.
Venezia

Noi siamo tradizionalisti, caro il mio Battois. A Natale presepe e turtlén, a Pasqua un quarto di capretto, la grassa gallina (è l’insalata chiamata in lingua valeriana o songino o sarzette) e l’ulivo benedetto. Giovedì gnocchi e sabato trippa. A San Silvestro il bacio sotto il vischio. In agosto moglie mia non ti conosco. In aprile dolce dormire. E a fine anno eccolo, puntuale e spietato come il Conte di Montecristo, il lettore che si lamenta per la difficoltà di accedere alla qui presente pagina-tribuna. 450 parole, le sue, caro Battois, che non ho tagliato d’una virgola per farle capire e vedere nero su bianco quanta carta e inchiostro e spazio mi sta buttando via. E va bene, le lettere vengono stringate. E va bene, le lettere sono censurate laddove il linguaggio sia irriverente o presti il fianco a querele per diffamazione. E va bene, molte lettere finiscono nel cestino. Embé? Cosa c’è di strano? Quella che lei chiama «la voce del popolo» è rappresentata quotidianamente da qualche centinaio di mail, fax, dattiloscritti e manoscritti.

Tutti o quasi meritevoli di pubblicazione, ovvio: ma come si dice? Il piombo non è gomma. E poi, guardi, critiche, prese per i fondelli e sberleffi sì. Insulti no, proprio no; si metta il cuore in pace, caro Battois. E su con la vita.
Paolo Granzotto

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