«Cari milanesi, in tre anni pronte altre 2600 case»

Loris Zaffra, presidente di Aler, nelle vostre case si contano 1889 occupanti abusivi su 63000 alloggi in totale, il 3 per cento circa. Un numero non basso...
«Si tratta di una percentuale “normale”: non solo, negli ultimi cinque anni la percentuale è scesa del 40%. Siamo passati da 2926 occupanti senza diritto del 2005 a 1889 del 2011. Parallelamente abbiamo sconfitto le nuove occupazioni, grazie al protocollo siglato nel 2008 con la Prefettura».
In cosa consiste?
«La legge consente di intervenire in flagranza di reato, ovvero entro 48 ore dall’occupazione. Le forze dell’ordine e i nostri 16 tutor, in servizio 7 giorni su 7, 24 ore su 24 tengono sotto controllo la situazione. Grazie alla linea telefonica dedicata chiunque può chiamare in qualsiasi ora per segnalare una nuova occupazione, poi entrano in servizio tutor e agenti per liberare l’appartamento».
Come giudica i risultati?
«Gli esiti sono positivi, tra il 2010 e il 28 febbraio 2011 abbiamo liberato 514 alloggi, di cui 327 in flagranza di reato. Ad oggi quindi abbiamo recuperato il 97% delle case Aler e il 99% di quelli del Comune (540 liberati). E dire che non sempre è così facile allontanare gli inquilini senza diritto...»
Si spieghi meglio...
«Su 1900 abusivi, 1267 sono persone con fragilità che vivono in quelle case da molti anni ormai: 97 anziani, 496 portatori di handicap, 1002 nuclei con minori, si tratta di persone in difficoltà, alcune seguite dai servizi sociali».
Lo scandalo «Affittopoli» voleva mettere in luce tra gli altri, questo aspetto: con la fame cronica di case che affligge Milano e con la crisi, ci sono enti che si permettono di dare in affitto appartamenti a prezzi ridicoli a vip, amici, politici, altri che ne tengono sfitti centinaia...
«Semmai Affittopoli è servito a portare alla ribalta la necessità che tutti gli enti si dotino di criteri omogenei per l’assegnazione delle proprie case. Per quanto riguarda gli alloggi vuoti a volte ci sono problemi reali nell’assegnazione...».
Per esempio?
«Gli appartamenti sotto i 28 metri quadri sono sottosoglia e non possono essere abitati, in altri casi ci sono da mettere a norma gli impianti, ristrutturazioni da fare, e gli appartamenti che liberiamo dagli abusivi sono spesso in condizioni disastrose. Per questo noi li chiamiamo appartamenti in ristrutturazione, e non sfitti. Poi c’è il problema delle assegnazioni..
Cioè?
«Ci sono appartamenti che non riusciamo ad affittare perché in quartieri malfamati o degradati».
A quando i primi risultati delle ristrutturazioni?
«Il piano triennale 2011-2012 prevede che vengano ristrutturati 3025 appartamenti: contiamo di assegnare per la fine dell’anno 1273 case e 1368 entro il 2012. In tre anni rimetteremo sul mercato 2600 alloggi.

Non si tratta di un gran numero se si tiene conto delle 20mila richieste ogni anno, a cui bisogna aggiungere la domanda crescente di alloggi dovuta alla crisi: persone che non hanno diritto alle case di edilizia popolare ma che non riescono a pagare un affitto sul mercato».

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