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Cari moviolisti smettetela di fare i giudici

L a notizia del giorno è la seguente: il Giudice sportivo (un magistrato di gran valore, il dottor Maurizio Laudi, procuratore aggiunto di Torino, ndr) ha rispedito al mittente la segnalazione del procuratore federale e confermato l’operato dell’arbitro Mazzoleni. Il portiere del Treviso Handanovic è finito in squalifica, l’attaccante Rocchi della Lazio invece è andato assolto dal sospetto di una simulazione. Si tratta di una bella notizia per due motivi: 1) perchè l’azione e il comportamento dell’attaccante laziale non si prestavano a una lettura così univoca; 2) perchè è bene che in questo calcio chiacchierone e chiacchierato, dominato dalla dittatura della televisione, non siano i moviolisti a stabilire l’elenco delle squalifiche. Domenica sera, gli specialisti del ramo delle due due scuderie (Dotto per Mediaset e Longhi per la Rai), e più tardi anche gli ex arbitri schierati nelle diverse emittenti regionali (Chiesa e Baldas), hanno puntato il dito su Rocchi e sulla sua azione. «Dev’essere squalificato per due turni» hanno sentenziato sicuri e tronfi. Il giudice Laudi li ha smentiti, grazie al cielo. E restituito credibilità all’arbitro Mazzoleni.
Mettiamoci d’accordo, almeno su un punto: l’effrazione al regolamento e allo spirito leale deve risultare clamorosa e incontrovertibile per tirar fuori dal cassetto la prova tv e applicarla in modo spietato. Nel caso in questione non c’erano i requisiti richiesti. Altro nodo da sciogliere: un attaccante può saltare il portiere e in mancanza di una grave collisione, cadere a terra senza per questo commettere peccato di simulazione. Se da terra si agita, protesta e richiama l’attenzione dell’arbitro, eccita il pubblico, allora sì, può e deve meritare il castigo. Per effetto della nausea provocata dai tanti strafalcioni delle passate stagioni, c’è nel nostro calcio vituperato una curiosa voglia di abolire l’errore. A Lecce, qualche turno fa, è accaduto qualcosa di rivoluzionario e pericoloso al tempo stesso: l’arbitro ha ammonito un difensore ascolano, il quarto uomo l’ha richiamato, gli ha suggerito la gravità del fallo e il fischietto della partita, Romeo, Romeo di Verona (come poteva chiamarsi?), ha trasformato in rosso il cartellino giallo precedentemente estratto. Tutti a chiosare: bravi, bravissimi, hanno corretto uno sfondone. Eh no, non ci siamo. Non possiamo violentare il regolamento e passare al doppio arbitro strisciante nè pensare di eliminare gli errori da una partita di calcio. Altrimenti dovremmo sospendere Samp-Milan e chiedere a Gilardino di ripetere quel tiro, a porta spalancata, finito fuori. Possiamo e dobbiamo evitare l’abbaglio: un gol che non è gol, uno scambio di persone, un cazzotto tirato al rivale di nascosto, un comportamento platealmente sleale (Zauli in Lazio-Fiorentina). Già è difficile digerire il calcio dei nostri giorni.

Un calcio di plastica sarebbe insopportabile.

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