Caricata in auto con una scusa: tredicenne stuprata a Vicenza

A dare l’allarme un amichetto della ragazzina

da Vicenza

Un operaio vicentino di 44 anni è stato fermato dai carabinieri con l’accusa di aver violentato una tredicenne che aveva condotto in un luogo appartato, sulle colline sopra Marostica (Vicenza), dopo averla fatta salire con uno stratagemma sulla propria auto. Il presunto maniaco si chiama Antonio Bombieri, residente ad Arsiè (Belluno): ai carabinieri, che l’hanno prelevato in casa la scorsa notte, ha negato ogni responsabilità. Diversa la versione della ragazzina. Lei ha raccontato che stava giocando in bicicletta con un coetaneo in un piazzale di Sandrigo (Vicenza) quando ieri pomeriggio è stata avvicinata da un uomo, a bordo di una Opel Astra station wagon grigia.
Presentandosi come un assessore comunale, l’uomo ha offerto prima 50 euro a chi dei due ragazzini lo avesse aiutato, salendo in macchina, a trovare il paese di Breganze (Vicenza). I due hanno dapprima rifiutato; l’uomo allora ha alzato la sua offerta a 200 euro. Il maschietto si è tirato indietro, mentre la ragazzina, di origine ungherese, ha accettato ed è salita sulla Opel. La ragazza era stata raccolta ieri sera sulla strada da un automobilista, lacera, ferita e sotto choc; era riuscita a fuggire dal suo aguzzino buttandosi lungo una scarpata erbosa. L’amichetto, insospettito, si è però annotato il numero di targa, digitandolo sul cellulare, e una volta a casa ha avvertito la mamma. La donna ha allora cercato di contattare al telefonino l’amica del figlio. «...Non capisco, stiamo andando verso la montagna» avrebbe avuto solo il tempo di dire la tredicenne, prima che si interrompesse la comunicazione. Da lì in poi sarebbe iniziato l’incubo. L’adolescente sarebbe stata portata in una zona isolata a Bradipaldo, sopra le colline vicentine.

Approfittando del buio e di un attimo di distrazione dell’aggressore, la ragazzina è riuscita però a scappare, buttandosi a capofitto tra la vegetazione e raggiungendo la strada.
Nel frattempo la madre del suo amico aveva dato l’allarme ai carabinieri, che con il numero di targa sono risaliti al proprietario della Opel.

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