«Se lo fanno gli altri, che sono i nostri competitori, magari lo potremmo fare anche noi»: non si saranno espressi proprio così, il presidente della Carige, Giovanni Alberto Berneschi, e il direttore generale Alfredo Sanguinetto, di fronte ai consiglieri di amministrazione dellistituto, ma il senso è questo, a proposito dellipotesi di accesso ai «Tremonti bond». La banca ligure, infatti, starebbe valutando di aderire allopportunità fornita dalle obbligazioni speciali che prendono il nome dallattuale ministro dellEconomia. Si tratta di strumenti studiati per venire incontro alle esigenze di liquidità degli istituti di credito colpiti dalla bufera monetaria, in modo da consentire anche agli istituti di «liberare» risorse per le imprese.
Il consiglio di amministrazione di Carige che si è riunito ieri - secondo quanto riporta lagenzia specializzata Radiocor - ha esaminato lipotesi di utilizzare lo strumento dei bond, al termine di una informativa da parte del direttore generale Sanguinetto. Il top manager, che ha vissuto lintero corso professionale in Carige e ha pertanto una conoscenza particolarmente approfondita della «macchina» e della funzionalità dellistituto, ha illustrato vantaggi e svantaggi del nuovo strumento finanziario. Tutto questo, soprattutto, alla luce del fatto che Carige, fino a prova contraria, è ritenuta una banca in salute, che non avrebbe bisogno di ricevere iniezioni straordinarie di denaro (a differenza di altri istituti che, per far fronte in modo migliore alla crisi, hanno già chiesto aderito in maniera massiccia ai Tremonti bond).
Nessuna decisione è stata ancora assunta.
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