Cronache

Il Carlo Felice «ingaggia» un petroliere e due registi

Il Carlo Felice «ingaggia» un petroliere e due registi

(...) Sulla scelta di Garrone, Burlando, che pure è genoano sfegatato, ha espresso «vivo apprezzamento». Pareva cosa fatta. Solo che il designato non l’ha presa proprio come una coccarda-premio, e quindi come il riconoscimento a posteriori per tutto quello che ha già fatto in passato - soldi, soldi, soldi - per garantire il decollo del teatro, ma come un invito a contribuire ancora. Infatti: «Apprezzo molto la proposta della sindaco, che ringrazio vivamente - esordisce Garrone -, tuttavia poiché ritengo che per il rilancio del Carlo Felice sia necessaria la realizzazione di un piano estremamente impegnativo, desidero fare alcune precisazioni che per me sono imprescindibili». Eccole: «Il piano, di cui già conosco la prima stesura - sottolinea il designato -, impone anzitutto una convinta partecipazione del Consiglio di amministrazione e un’assoluta condivisione da parte del personale tutto, quali elementi necessari per raggiungere un significativo aumento della produttività del Teatro».
Per quanto riguarda, poi, gli aspetti finanziari del piano di rilancio, «che si regge su previsioni di entrate economiche da parte di sostenitori, so - insiste Garrone - che ad oggi vi sarebbe certezza solo per una parte, mentre la restante non è stata ancora reperita. Ritengo che anche su questo aspetto debba esserci fin dall’inizio garanzia di copertura per tutta la durata del piano quinquennale». Come dire: non contate solo con le mie palanche. «Ritengo quindi fondamentale - conclude Garrone - che i consiglieri nominati, oltre a quelli indicati dalle Istituzioni, siano di grande capacità ed esperienza manageriale affinché possano creare una forte coesione, con l’obiettivo di mettere in atto le azioni necessarie. In base a queste premesse, attendo di conoscere le altre nomine». Nomine che, intanto, il ministro Sandro Bondi - che ha ringraziato il commissario Giuseppe Ferrazza, «per l’efficace lavoro svolto» - ha reso note, per quanto di competenza: sono quelle di Mario Menini e Sergio Maifredi. Quest’ultimo, appena sceso dalla scaletta dell’aereo che l’ha portato in California, dichiara: «Il Carlo Felice, grazie ai due anni lavoro di Ferrazza, torna a poter giocare un ruolo nella cultura a Genova e in Italia. Ora deve ritrovare la sua identità artistica: i Balletti di Nervi e il Premio Paganini, per citare le eccellenze nel suo Dna. Ma deve anche essere trampolino di lancio per nuovi artisti, non inseguendo divi e agenzie, ma, sotto un’attenta guida artistica, intuire i futuri protagonisti e valorizzarli. È più entusiasmante costruire campioni che comprarli».

A proposito: vallo a dire a Garrone, che se ne intende.

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