Carlo Felice, sul palco resta solo il sindaco

Carlo Felice, sul palco resta solo il sindaco

La mediazione del sindaco è fallita: i dipendenti del Carlo Felice hanno confermato lo sciopero e il teatro ha annullato la prima de «Il cappello di paglia di Firenze», in programma oggi alle 20.30. Le porte del teatro, però, saranno aperte: alle 20.30 il sindaco salirà sul palco «per spiegare ai genovesi che cosa sta facendo per il Comune per risolvere la crisi del teatro».
«Se davvero ci sarà lo sciopero, lo spettacolo lo farò io» aveva promesso Marta Vincenzi sabato, sperando però di convincere lo Snater (il sindacato che raccoglie adesioni soprattutto nel coro) a cancellare la protesta annunciata per oggi. Per un’ora e mezza, ieri pomeriggio, sindaco e sovrintendente del Carlo Felice hanno ricordato ai sindacati la nuova linea decisa dal consiglio di amministrazione del teatro (più peso al Cda, l’incarico a un consigliere di trattare con i sindacati, la nomina di un direttore artistico). Ma non è servito a nulla.
«Quando la sindaco ha detto che non sarebbe entrata nella trattativa sindacale ho capito che lo sciopero ci sarebbe stato» racconta Roberto Conti dello Snater. Decisione alla quale si è unito il sindacato Libersind, ma che non è piaciuta a Cgil, Cisl e Uil. L’opera in calendario, ricorda il sovrintendente Gennaro Di Benedetto, non può essere fatta con il coro a mezzo servizio. Da qui la decisione di annullare lo spettacolo, con l’invito - per abbonati e possessori di biglietti - a cercare posto in un’altra serata o rivolgersi per i rimborsi alla biglietteria del teatro dal 27 novembre al 7 dicembre. Giovedì è in programma la replica del «Cappello di paglia di Firenze» e non dovrebbero esserci problemi. «Abbiamo apprezzato il cambio di linea e le parole del sindaco - riprende Conti dello Snater-. Quello di oggi è uno sciopero frutto degli errori del passato. Non andremo avanti a oltranza». Anche il sovrintendente Di Benedetto è ottimista per giovedì: «Cancellare uno spettacolo bello come questo è un delitto, per questo abbiamo tentato fino all'ultimo di mediare. Spero che giovedì non ci siano problemi. Se le porte del teatro saranno aperte stasera? Certo, due terzi dei dipendenti lavoreranno. Ma lo ripeto, non era possibile mettere in scena l’opera».
Il palco sarà tutto per il sindaco, dunque.

«Ci siamo incontratati in un clima disteso - ha detto la Vincenzi dopo il vertice di ieri con i sindacati- Serve una riforma di statuto che dia più spazio al consiglio d’amministrazione e riduca i poteri del sovrintendente indipendentemente dalle persone. Daremo risposte ai problemi sollevati dai lavoratori, dalla questione salariale al precariato. Chiedo a tutti i genovesi di avere fiducia nel teatro».

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