Carloforte, terra ligure in Sardegna

nostro inviato a Carloforte
C’è solo l’imbarazzo della scelta se uno decide di volare a Cagliari per ritemprarsi a Carloforte sull’isola di San Pietro, poco al largo della costa sud occidentale sarda. Da Milano garantiscono collegamenti Meridiana, Volareweb, Airone, Easyjet, Alitalia. Una volta allo scalo di Elmas, si noleggia una vettura e si punta su Siliqua, si attraversa la splendida, intensa regione del Sulcis con quello che resta delle sue miniere, si sfiora Iglesias, si passa Gonnesa e si arriva all’imbarco di Portoscuso. Da lì il viaggio in traghetto dura mezzora, da Calasetta la metà, ma la strada per raggiungerla è più lunga.
Per alcuni mesi, i ferry boat attraccheranno ancora davanti piazza Carlo Emanuele III (è il Carlo Forte celebrato nel nome), poi verranno spostati lontano dagli occhi e dal centro perché il sindaco Agostino Stefanelli intende chiudere il paese al traffico, introducendo le vetture elettriche. Ottima mossa perché chi viene fin qui lo fa per rilassarsi. La cosa che più stupisce è l’anima della popolazione che non è affatto sarda bensì di radici liguri, di Pegli. Pescatori di corallo, vennero trasferiti qui nel 1736 dall’isola tunisina di Tabarka e da allora formano una sorta di terra genovese d’oltremare. Chiudi gli occhi e pensi di essere in qualche carrugio della Superba.
Camminare, nuotare, riposarsi tutto bello.

Per la notte, da un mese ha aperto, in un’isola dove gli alberghi scarseggiano (e le seconde case abbondano), un gradevole tre stelle in collina, il Pimpina, 0781 854 180, a due passi dal Tonno di Corsa, 0781 855 106, il ristorante tutta tradizione di Secondo Borghero, con Luigi Pomata che sul lungomare cura i riti golosi del Nicolo, 0781 854 048.

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