Cronache

Carmen, una Eva da novella verghiana

Questa sera sul palco del Goa Boa salirà la cantautrice siciliana Carmen Consoli con la musica di «Eva contro Eva», l'ultimo suo album in cui accosta testi impregnati di tradizione e storia con immagini di donne in bilico fra antiche usanze e modernità, Sicilia e mondo. Ogni canzone è una piccola novella che riporta a Verga e al neorealismo di una provincia del Sud densa di contraddizioni e conflitti ma allo stesso tempo capace di grandi slanci e immense passioni. Quest'estate Carmen è in giro in un tour che è un vero e proprio viaggio attraverso l'Italia e l'Europa, un percorso dal meridione al settentrione italiano e per le capitali europee per incontrare direttamente il pubblico anche fuori dagli appuntamenti «standardizzati» dei tour musicali. Carmen Consoli ha voluto recuperare in modo ancor più deciso che in passato le sue radici mediterranee e ad affrancarsi - nella forma, ma non nell'attitudine - dal rock'n'roll, sviluppando trame acustiche raffinate ma mai ridondanti la cui intensità è esaltata da testi non meno ricercati e personali.
Pur dichiarando, naturalmente, la sua discendenza dai precedenti capitoli dell'avvincente romanzo consoliano, «Eva contro Eva» sorprende con le sue sobrie policromie sonore nonché con la bellezza di liriche che privilegiano «ritratti» di personaggi emblematici («Tutto su Eva», «Maria Catena», «La dolce attesa», «Preghiera in gola», «Piccolo Cesare», il singolo apripista «Signor Tentenna») ma che non disdegnano aperture di altro genere: è il caso, ad esempio, delle due canzoni musicalmente più «esotiche» dell'album, la quasi-drammatica «Il pendio dell'abbandono» cofirmata con Goran Bregovic (qui in versione diversa, e non di poco, da quella contenuta nel film «I giorni dell'abbandono» di Roberto Faenza) e la «Madre Terra» scritta a quattro mani con Angelique Kidjo, intrisa degli aromi di quell'Africa alla quale Carmen ha donato da un po' non solo il cuore ma anche il suo impegno umanitario.

Non più «bambina impertinente», o almeno non del tutto, Carmen Consoli si riconferma insomma figura sempre più creativa e coraggiosa, vera mosca bianca in una scena italiana troppo spesso penalizzata dalla staticità e dal ricorso alla maniera.

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