Tanta verdura, molto economica e poca carne, troppo costosa. Così si mangiava a Berlino est, prima del 9 novembre '89. La zuppa di pane, mele e prugne. Gli involtini di cavolfiori, o al massimo riempiti con un po' di macinato di maiale. Immancabili l'insalata di cipolle, o di carote e miele. Nella Ddr, prima della caduta del muro, la cucina era povera, ma alla fine «il sapore delle ricette era buono». Così spiega Beate Vroblewski, 50 anni, che oggi a Berlino lavora come segretaria in un partito del Parlamento tedesco. È una di quelle che i tedeschi occidentali chiamano «ossi», cioè «abitante dell'est». «Che cosa mangiavamo? Patate lesse e salsicce». «Aspettavamo che mia zia dalla Germania ovest ci mandasse una barretta di cioccolata decente - racconta all'Ansa - Lei viveva nel Baden-Wuerttenberg e là era un'altra cosa. Da noi trovavi soltanto surrogati, e ogni volta che ne mangiavi era una delusione. Ci mandava anche il caffè: da noi era un bene di lusso e ce lo consentivamo solo nel weekend». La giornata per i tedeschi orientali cominciava così: «Latte, pane e margarina».
Beate Vroblewski è nata nella Sassonia Anhalt, a Koethen e fino alla caduta del muro ha sempre vissuto a est della cortina. «Ognuno aveva un piccolo orto e il suo raccolto di frutta e verdura. Coltivavamo gli asparagi, per esempio: nella cucina tedesca sono molto importanti ed erano cari. Andavamo anche a vendere la nostra frutta: avevamo i lamponi, i mirtilli, il ribes. Li usavamo per i dolci fatti in casa. Uva, zucchero e burro costavano poco». Stessa abitudine per la carne: «Avevamo i nostri conigli e i nostri maiali in cortile, anche in città. Una volta fui invitata da un vicino: sgozzava il maiale e dava una festa. Mangiai la carne migliore della mia vita. Faceva i würstel in casa». Più difficile trovare la carne di vitello: «Dovevi essere amico del macellaio e lui ti dava il pacchetto con la carne di nascosto, senza farsi vedere dagli altri clienti. Era raro nella Ddr. E costava tanto: cibo da grandi occasioni».
Qualche golosità sopravviveva comunque, anche nella Ddr: «La soljanka era una zuppa a base di verdure, che mettevi a cuocere su uno strato di pancetta e cipolle rosolate; ci mettevi i resti della carne, quella che avevi, e condivi con molta paprika». E c'è un piatto che la signora cucina ancora oggi, «formine di carne speziata». Con una variazione: «Col vitello vengono benissimo, all'epoca ci adattavamo al pollo». Come bevanda, ovviamente birra: «Era ottima ed economica anche da noi». E per dessert il «Gotterspeise», un budino gelatinoso, «verde o rosso». Al crollo del muro, la signora Vroblewski non varcò il confine fino al giorno dopo. L'ovest le è piaciuto subito molto. «Portammo un vinello frizzante per festeggiare.
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