Cronaca locale

«Caro Giornale, ecco la Milano che verrà»

Egidio Sterpa, politico e giornalista di lungo corso, impugna la penna e pungola il nuovo sindaco. Consigli «amichevoli», così li definiva lui stesso ieri sulle colonne del Giornale, all’ex lady ministro salita ora al piano nobile di Palazzo Marino. «Insomma, c’è o non c’è la “squadra” in Comune? Nei fatti non appare», l’incipit tutt’altro che accomodante di Sterpa che sul piatto getta tutta la sua esperienza e l’amore per Milano. Unito alla richiesta di una «strategia» e con la almeno parziale giustificazione per sindaco e giunta di «essere ancora agli inizi, a poco più dei proverbiali cento giorni». Carezze che non rendono meno virile l’invito a «misurarsi seriamente con i veri problemi della città». Ticket d’ingresso, traffico, mezzi pubblici e aree pedonali. Fino al tunnel sotto i Bastioni lasciato nel cassetto dall’amministrazione Albertini. «Niente di peggio per la città - concludeva Sterpa che non si negava anche una stilettata ad assessori e partiti politici - che far sentire alla città il peso dei dissensi interni».
«Caro Sterpa - la replica a stretto giro di posta inviata dal sindaco - nello spirito d’amicizia e franchezza che invochi, permettimi di dirti subito che a Milano la squadra di governo c’è e produce risultati». A fianco il testo integrale, con gli impegni, le promesse per il futuro, ma soprattutto i primi risultati già raggiunti. Come quello prestigiosissimo della candidatura all’Expo del 2015.
Intanto a Palazzo Marino si apre il dibattito. «La novità del sindaco Moratti - la replica di Tiziana Maiolo, portavoce degli assessori di Forza Italia - sta proprio nel suo sforzo di farci fare squadra il più possibile». Una premessa seguita da un’ammissione di responsabilità. «Noi politici - aggiunge - a far squadra siamo poco abituati, ma il problema sono le deleghe di noi assessori che in qualche caso si sovrappongono».

«Come tutte le squadre - le fa eco il capogruppo azzurro Giulio Gallera -, siamo all’inizio del campionato e gli schemi devono ancora essere mandati a memoria».

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