Le mani intrecciate a quelle del suo allenatore per le ultime raccomandazioni dalla balaustra: Carolina Kostner sembrava così sola, ieri, sul ghiaccio russo dei Mondiali di pattinaggio di figura precipitosamente annullati a Tokyo a fine marzo, causa terremoto, e recuperati a fine aprile a Mosca. Il solito incarnato pallido pre gara, ancor più evidenziato dallo stupendo costume sui toni del lilla, un «Sì, sì, tutto chiaro» appena sussurrato ed ecco che quella stretta, invece che annunciare lemozione che spesso lha travolta e sommersa, preludeva invece ad un pugno da boxeur e ad unaltra medaglia - un bronzo iridato - secondo sigillo in questo magico 2011 dove Carolina ha decisamente cambiato copione e, alla fiaba da principessa del ghiaccio preferisce la grinta della guerra sulle lamine.
A Berna, in gennaio, la Kostner ha saputo recuperare dalla sesta posizione allargento, danzando sulle insicurezze e sui lividi di un salto chiuso di nuovo a terra. Tre mesi dopo, la fotocopia del programma: nel corto di venerdì il flamenco galiziano lha tradita, sul triplo flip, relegandola prima terga sul ghiaccio, poi ad una quinta posizione ex aequo con la russa Leonova, poi quarta.
Missione non impossibile: la nuova specialità della casa è la rimonta che arriva con un libero sulle note di Debussy: una delle esecuzioni migliori di sempre della campionessa di Ortisei. Quel costume che somigliava più ad un bikini per dei Mondiali di ghiaccio mai così estivi, non doveva trarre in inganno: Caro non era affatto sazia e non si è arresa. Certamente la giapponese Miki Ando, poi oro e la campionessa olimpica in carica, la coreana Kim Yuna, ieri argento, erano inarrivabili, ma la piazza donore si doveva solo andare a prendere. Perfetti (stavolta) triplo flip, doppio axel, poi doppio axel e triplo flip con brivido. Appena in tempo per tirare il fiato ed incantare tutti con la sequenza di trottole. Quindi la seconda batteria di ostacoli: triplo salkov, poi al reepperger solo singolo e doppio toeloop la Kostner reagisce con un triplo reepperger.
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