Alessandro Ursic
«Un rinvio dei campionati è impossibile». Sul caso Genoa la Figc si adegua ma non indietreggia di un millimetro, e anzi contrattacca. Dopo aver deciso di rimandare il Consiglio federale di oggi e la conseguente stesura dei calendari, come ordinato dal giudice del tribunale civile del capoluogo ligure, il presidente federale Franco Carraro ha messo in chiaro che i campionati di A e B inizieranno nella data prevista, il 28 agosto. E senza nessun allargamento per riammettere il Genoa. Di più: per aver fatto ricorso al giudice, violando la clausola compromissoria tra club e federazione che impedisce di portare le controversie calcistiche fuori dalla giustizia sportiva, la società di Enrico Preziosi sarà deferita. E potrebbe quindi ripartire in serie C1 da -6, con tre punti di penalizzazione in più rispetto a quelli già imposti dalla Commissione disciplinare e dalla Caf.
«Per il Consiglio federale è un dovere ha detto Carraro applicare le decisioni della giustizia sportiva che è autonoma. Non abbiamo alternative». Carraro si riferisce alla legge 280 del 2003, nata nellestate del caso Catania. Con quel provvedimento venne stabilito che lunico foro competente per i ricorsi sul calcio è il Tar del Lazio. In sostanza: il Genoa può portare la faccenda in tribunale, ma la giustizia sportiva ha stabilito che nella partita col Venezia ci fu un illecito e per la Figc «è impossibile far finta di niente», ha detto Carraro. Che ha poi escluso una A di 21 squadre, nel caso il Tribunale di Genova riammettesse il Grifone nella massima serie. «Le nostre leggi dicono che per cambiare i campionati bisogna stabilirlo con una stagione danticipo. Non posso e non voglio toccare i regolamenti, che rispetto al cento per cento».
E non è solo una questione di norme da rispettare. Un rinvio dei campionati è escluso, ha aggiunto Carraro, perché creerebbe «gravissimi problemi: verrebbero disattese le aspettative dei tifosi. Per non parlare dei gravi danni alle società e delle serie ripercussioni sugli impegni dei club e della Nazionale». La decisione del Tribunale di Genova, ha detto Carraro, è «abnorme e in totale carenza di giurisdizione, un gravissimo danno». Unaccusa rispedita al mittente dal giudice genovese Alvaro Vigotti, che si giustifica dicendo «io ho solo preso un provvedimento cautelare», ma fa capire come dal suo punto di vista la clausola compromissoria non abbia valore. Comunque il 16 agosto, giorno delludienza per il contraddittorio, la Figc ci sarà (la Lega non ha ancora confermato). Dopodiché il giudice potrebbe anche ordinare di rifare il processo da zero.
Non è solo il Genoa a tenere in sospeso la composizione dei gironi: il caso della Reggina, il cui piano di rateizzazione del debito fiscale non è stato accettato dallAgenzia delle entrate. La questione sarà esaminata oggi o domani dalla Covisoc. Dopodiché il Consiglio federale deciderà se accettare il ricorso contro i calabresi presentato dal Bologna, che spera di riacciuffare così la serie A.
Per le altre società protagoniste dellestate in aula, il Consiglio di Stato ha fatto finalmente chiarezza una volta per tutte. E ne hanno preso atto anche i giocatori. Nove tesserati con la Salernitana, tra cui lattaccante Massimo Borgobello condannato a 6 mesi nellambito dello scandalo di Genoa-Venezia, hanno lasciato ieri il ritiro della squadra a Campobasso. Possono farlo: la Salernitana, come il Perugia e il Torino, deve ricostituirsi come società per ricorrere al lodo Petrucci e ricominciare dalla serie inferiore. E i giocatori sono così automaticamente svincolati.
Per il Toro è invece sceso in campo in persona il sindaco Sergio Chiamparino, che ha spedito alla Federcalcio una lettera con cui si fa garante per la cordata che ha chiesto di rilevare la società di Cimminelli.
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