Il Carroccio gioca al rialzo: «Vicepresidenza alla Lega»

La Lega vuole blindare il vicepresidente della Regione e andare al voto con il ticket. Non sono ancora chiuse le trattative nazionali sui governatori e manca ancora il via libera ufficiale a Roberto Formigoni. Ma in consiglio regionale il partito di Bossi è più che operativo per avere certezze sul futuro della giunta Formigoni. La richiesta del Carroccio è di legare la figura del numero due in Regione al “blindato”, ovvero il listino bloccato collegato al presidente. Il numero due del listino, secondo la proposta della Lega, diventerebbe automaticamente il vicepresidente della Regione.
Insomma, la Lega alza la posta. Oltre al presidente del consiglio regionale, al tavolo della trattativa chiede sei assessorati su sedici, con l’obiettivo di ottenerne quattro o cinque. Al momento gli assessori leghisti sono tre, insediati in ruoli pesanti come l’Urbanistica (Davide Boni), la Sanità (Luciano Bresciani), la Cultura (Massimo Zanello). A questi incarichi si aggiunge il ruolo di presidente del consiglio regionale per Giulio De Capitani. La speranza della Lega è però di poter ritarare vice e assessorati sulla base delle politiche 2008, quando i lumbard hanno ottenuto risultati molto migliori che alle regionali 2005.
Bloccare il vice, come desidera la Lega, significa mettere mano alla legge elettorale. Le diplomazie della maggioranza sono al lavoro, anche perché il “vice blindato” non è l’unico obiettivo delle segreterie. Tra le questioni aperte c’è la quota di sbarramento al 4 per cento per i partiti minori, in discussione a livello nazionale. Alla Regione toccherà poi recepirla e la Lega ha proposto di alzare lo sbarramento all’8 per cento per i partiti che si presenteranno fuori da una coalizione. «Il progetto trova sostegno sia nella maggioranza che nell’opposizione, anche perché comporta una forte riduzione dei costi di gestione del consiglio» commenta il capodelegazione azzurro, Massimo Buscemi.
Inoltre, si discute di portare al numero fisso di sedici i candidati collegati al presidente, ovvero i consiglieri che saranno certi di essere eletti (al momento la legge prevede che i consiglieri blindati siano otto se il risultato della coalizione vincente è superiore al 61 per cento, sedici soltanto se il risultato elettorale è inferiore). I nomi che circolano come sicuri sono Roberto Alboni (di An), Sveva Dalmasso (da sempre in quota Francesco Cossiga) e un esponente del Movimento per l’Italia di Daniela Santanché.
Ci sono poi coloro che invece desiderano misurarsi con il territorio e quindi candidarsi senza il paracadute del listino.

In prima fila i consiglieri comunali Manfredi Palmeri e Giulio Gallera, ma anche i membri del consiglio regionale (e della giunta) uscenti. E tra i dirigenti della maggioranza c’è chi ritiene poco prudente aprire il dibattito sulla legge elettorale a così poco tempo dal voto. Gli imprevisti e i colpi di testa dell’aula non si possono escludere.

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