Carroccio irritato, Cota: "Sono critiche ingiuste"

Il Carroccio irritato per gli attacchi. Il governatore del Piemonte: "I nostri elettori vogliono quella riforma Non so cos’abbia in mente Fini, la maggioranza sta lavorando bene". L'ossessione di Fini per il Sud per catturare gli elettori meridionali. 

Carroccio irritato, Cota: "Sono critiche ingiuste"

Roma - Governatore Cota, i vostri elettori oggi pomeriggio su Radio Padania sono scatenati contro Gianfranco Fini. Li ha sentiti?
«Lo so, e li invito a continuare a votare Lega».

Un ascoltatore sostiene che Fini sembra un extraparlamentare di sinistra.
«Non scendo nelle polemiche, garantisco a tutti che fanno bene a scegliere noi...».

Perché Fini se la sta prendendo tanto con voi del Carroccio? Invidia?
«Non sono il suo esegeta».

Il presidente della Camera oggi non è stato molto affettuoso. Ha ribattezzato il vostro Calderoli «piè veloce».
«Fini ha fatto delle critiche, ha posto argomenti, non condivisibili con riferimento alla Lega».

Ha persino messo in dubbio un vostro caposaldo: il federalismo fiscale.
«Ricordo che questa è una legge che era nel programma elettorale in base al quale abbiamo vinto le elezioni».

Programma firmato anche da Fini.
«Il programma della coalizione. La gente aveva bisogno del federalismo fiscale, al punto che questa legge ha ottenuto in Parlamento una maggioranza più ampia di quella reale, con l’astensione del Pd».

Ma Fini è preoccupato.
«Il federalismo fiscale è stata una legge importante e necessaria. Per quanto riguarda la Lega, posso rispondere che noi lavoriamo con impegno, la gente ci ha dato un riconoscimento per questo impegno che abbiamo mantenuto lavorando con il governo».

A cosa punta Fini?
«Non posso saperlo, ma dico che c’è una realtà oggettiva: c’è una maggioranza di governo che ha ben lavorato. Una maggioranza che lavora male non vince le elezioni».

Lei intende le ultime Regionali. È vero che ormai al Nord avete raccolto parte dei voti di An?
«Noi non ci siamo messi a fare campagna acquisti, facciamo il nostro lavoro. Sull’immigrazione abbiamo seguito una linea coerente che parte dalla legge Bossi-Fini, attuata in quello che era il suo spirito».

Fini e Bossi qualche anno fa, come lei ricorda, scrivevano le leggi insieme.
«Quella legge è una pietra miliare: ha ancorato la presenza sul nostro territorio degli immigrati all’esistenza di un lavoro e di una casa».

Perché Fini non cita mai la sua legge, secondo lei?
«Quello che pensa Fini lo dice Fini, io mi limito a esprimere la mia opinione. È stata la legge Bossi-Fini a segnare una distinzione tra immigrazione regolare e clandestinità. L’immigrato regolare ha tutti i diritti, quello non regolare deve tornare a casa, perché la clandestinità è contraria alla sicurezza, ai diritti degli immigrati e all’integrazione».

Lei è abbastanza pacato nei toni, su Fini.
«Il rapporto, nei due anni in cui sono stato capogruppo, è stato buono».

Pregi?
«È un uomo che conosce bene il Parlamento, da presidente della Camera ha fatto funzionare la macchina».

Difetti?
«Non sono uno che mette benzina sul fuoco...».

È vero che la Lega vuole mettere le mani sulle banche del Nord?
«Noi pensiamo che le banche controllate da fondazioni, nominate dagli enti locali, debbano essere banche del territorio che sostengano la piccola e media impresa».

Per come l’aveva detta Bossi, a molti è sembrata una corsa alla poltrona. Fini l’ha vista così, pare.
«Il nostro sulle fondazioni bancarie è un ragionamento politico, che dovrebbe essere condiviso da tutti. A questo proposito dico che dove abbiamo vinto governiamo con il Pdl. Ho fatto una giunta con il Pdl. Non ho fibrillazioni».

A proposito di Calderoli: Fini l’ha criticato molto perché si sarebbe precipitato al Quirinale con la bozza delle riforme.
«La bozza è stata mostrata non so se quasi contemporaneamente, o addirittura prima, sia a Fini sia a Napolitano».

Ai mondiali di calcio lei tiferà Italia?
«Questa è un’intervista politica, la prego. Comunque non sono appassionato di calcio».

Cos’è l’assessorato antifurbetti che lei ha in mente per il Piemonte?
«Sarà una struttura adibita ai controlli interni.

Individuerà per esempio gestioni clientelari che sfociano spesso in reati, pensiamo al caso del Grinzane Cavour».

Come si risolverà il caso Fini?
«È una questione che riguarda i rapporti interni al Pdl. Questo governo deve pensare a risolvere i problemi della gente».

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