Roma - Per quanto politicamente diversi, Umberto Bossi e Antonio Di Pietro hanno una caratteristica in comune: l’ottimo andamento economico dei rispettivi partiti. Una circostanza che non si desume solo dai conti del 2008, ma dalla notevole liquidità accumulata dal Carroccio e dall’Italia dei Valori. La Lega, infatti, ha in cassa circa 17,5 milioni di euro, quasi tutti su conti correnti bancari.
Il partito dell’ex Pm, oltre ad avere una disponibilità di 3,3 milioni, può contare su immobilizzazioni finanziarie per 2,5 milioni. Queste ultime non rappresentano quote societarie come per la maggior parte dei partiti, ma sono rappresentate da 2 milioni di Buoni ordinari del Tesoro e da 400mila euro di obbligazioni del Sanpaolo e da quote di fondi. Un investimento simile lo aveva effettuato pure il Partito Democratico, che nel 2008 aveva messo oltre 19 milioni al sicuro in titoli di Stato. L’ex segretario Dario Franceschini decise di ricorrere a quella «discreta» somma per le Europee e le amministrative dell’anno scorso.
Chi ha soldi in cassa cerca sempre il rendimento sicuro. Lo hanno fatto pure la Margherita (380mila euro in gestioni patrimoniali Ras) e il comunistissimo Pdci, che nel 2008 ha dovuto liquidare causa rovesci elettorali 1,1 milioni di fondi di investimento conservando solo 225mila euro.
Insomma, Tonino Di Pietro quando si tratta di denari non ha nulla da imparare. Anzi, se si considera che - eccezion fatta per la sede romana di via di Santa Maria in Via (appartenente a Inarcassa) - le sedi Idv di Milano e di Bergamo sono di proprietà dell’ex Pm, si può comprendere come il partito, in fondo, sia una fonte di reddito anche per il presidente. Infatti, nei 195mila euro di spese per godimento di beni di terzi (voce alla quale si computano i canoni di locazione) c’è sicuramente anche l’affitto dell’appartamento di via Casati a Milano, che funge da sede nazionale ed è intestato alla An.To.Cri., l’immobiliare di Di Pietro intitolata con le iniziali dei nomi dei tre figli.
Per la sede di Bergamo, il tesoriere Silvana Mura, fedele braccio destro del leader unico, ha ribadito nel rendiconto quanto sia «diventata ancor più necessaria a causa del rilevante numero di parlamentari della Lombardia».
Malumore di qualche iscritto? Può darsi, visto che quasi nessun partito nei propri bilanci giustifica la scelta di una sede o di una sezione locale. Comunque Di Pietro & C. hanno chiuso il 2008 con un avanzo di gestione di 14,6 milioni e un patrimonio di 28 milioni. È terminato con una redditività del 50% il penultimo esercizio caratterizzato dal vecchio statuto con il quale «associazione» (dei fondatori dipietristi) e «partito» si mescolavano. Dal mese scorso il nuovo statuto è un po’ meno «familista» anche se per la fedelissima Mura c’è sempre la possibilità di restare tesoriera a vita.
Discorso diverso per la Lega Nord. Come altri partiti tradizionali, ha riunito le proprietà immobiliari in una società-veicolo ad hoc con un nome che più bossiano non si può. È la Pontida Fin che tra le immobilizzazioni materiali ha registrato terreni e fabbricati per oltre 12 milioni di euro. Anche se ha chiuso con una modesta perdita, Pontida Fin valorizza i propri immobili e ha registrato ricavi per oltre 900mila euro.
A differenza delle società immobiliari di An che fino al 2008 hanno concesso le sedi in comodato gratuito ai circoli (ma con la Fondazione An tutto cambierà). Non solo gestione oculata per il Carroccio, ma anche tanti mattoni sui quali costruire un solido futuro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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