Carroccio nella tempesta Formigoni: «Regione salda anche senza il Senatùr» Per il governatore nessun cataclisma: «Non cambia nulla» E qualcuno nel Pdl:«Ora i leghisti alzeranno meno la voce»

E ora, con le dimissioni di Umberto Bossi, che succederà in Regione? Dopo l’infornata di consiglieri indagati, arriva anche il terremoto nella Lega che della giunta Formigoni è un’architrave portante. I colonnelli del Pdl ostentano sicurezza. Nei corridoi del Pirellone qualcuno assicura che la scoppola dei magistrati al Carroccio finirà addirittura con il rafforzare il governatore Roberto Formigoni. Né Umberto Bossi, né nessuno dei suoi, assicurano, ora potrà più permettersi intemperanze del tipo di quelle urlate dalla voce arrochita di Umberto Bossi il 22 gennaio davanti a 65mila militanti che rivolgendosi all’ex premier Silvio Berlusconi, diceva «la Lega ti chiede di far cadere questo governo infame di Monti o non riuscirà a tenere in piedi quello della Lombardia, dove ne stanno arrestando uno al giorno». Sembra passata un’era geologica. Per i più moderati nel centrodestra non ci saranno ripercussioni. Almeno a breve termine. A pensarla così lo stesso Formigoni che a «caldissimo» commenta le dimissioni di Bossi da segretario federale. «Sono notizie che colpiscono - le parole del governatore -, non credo che ora sia possibile commentare e vedremo come si evolverà la situazione».

Ma in giunta «la maggioranza tiene bene, perché gode del consenso dei cittadini. Se siamo stati rieletti quattro volte è perché i cittadini esprimono il consenso su quello che facciamo e sono soddisfatti per le iniziative che stiamo realizzando».

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