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Il Carroccio non va da Monti Dal Senatùr "no" alla fiducia Riapre il Parlamento Padano

Il Senatùr non arretra di un sol passo: in una telefonata a Monti ha ribadito l’indisponibilità a votare la fiducia e la disponibilità a valutare caso per caso i provvedimenti

Il Carroccio non va da Monti Dal Senatùr "no" alla fiducia Riapre il Parlamento Padano

Umberto Bossi non arretra di un sol passo. Contattato al telefono il premier incaricato Mario Monti, il Senatùr ha ribadito l'intenzione della Lega Nord di stare all'opposizione. Insomma, i lumbard non faranno da stampella al governo tecnico. Nel colloquio "cordiale e collaborativo", il leader del Carroccio ha appunto confermato l’indisponibilità della Lega a votare la fiducia al futuro esecutivo e la disponibilità a valutare "caso per caso" i singoli provvedimenti proposti. A questo punto, fanno sapere dal quartier generale del Carroccio, Monti e il Senatùr si incontreranno "dopo l’espressione della fiducia da parte del Parlamento". Nel frattempo, però, riapre il Parlamento Padano: il primo appuntamento è per il 4 dicembre.

Salta l’incontro di oggi pomeriggio tra la delegazione leghista e il premier incaricato. Secondo quanto viene riferito da fonti vicine al Quirinale, poi confermate dallo stesso Senatùr, l’appuntamento previsto per le 17.15 a Palazzo Giustiniani non si terrà dal momento che non solo Bossi ma anche entrambi i capigruppo leghisti, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo, sono impegnati a Milano nella sede di via Bellerio per una riunione della segreteria politica già fissata in precedenza. Proprio per questo motivo le consultazioni tra i lumbard e l'economista della Bocconi sono state solamente telefoniche. E' stato in questa occasione che Bossi ha ribadito "l’indisponibilità della Lega Nord a votare la fiducia al futuro governo" ma, al tempo stesso, "la disponibilità a valutare caso per caso i singoli provvedimenti proposti".

Mentre riapre il Parlamento Padano, restano in stand by i ministeri a Monza. Per il momento i lumbard non decidono cosa ne sarà di loro. L'ex ministro Roberto Calderoli ha spiegato che "il destino delle sedi dei ministeri a Monza a questo punto dipende dalle determinazioni che a riguardo assumerà il nuovo governo". "Ai ciarlatani che continuano a urlare alla Luna - ha continuato l'ex ministro del Carroccio - però vorrei ricordare che questi sono gli unici ministeri a non essere costati neppure un euro ai contribuenti". L'auspicio di Calderoli è che "questo minimo segnale di attenzione verso il Nord ora non venga vanificato. Perchè diversamente - ha avvertito - sarà autodeterminazione...

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