Carrozzina negata a disabile

Un calvario iniziato a fine dicembre, quando i medici del policlinico Umberto I gli hanno diagnosticato un tumore ai polmoni. Che progrediva velocissimo fino a intaccare altri organi come il cervello, con la comparsa di metastasi di primo e secondo grado. Poi il ricovero nel reparto di chirurgia per ulteriori accertamenti e, successivamente, la chemioterapia in day hospital sempre presso la struttura ospedaliera in viale Regina Elena.
Una battaglia per la vita, che F.T., 63 anni residente a Gallicano, ha continuato a combattere anche lo scorso marzo, quando i camici bianchi gli hanno riconosciuto un’emiplagia sinistra con assenza del controllo del tronco, in seguito a un ictus ischemico, ricoverandolo, stavolta, in medicina di urgenza e giudicandolo malato «terminale». Una via crucis percorsa con coraggio dall’ex fabbro, ora in pensione, assistito, quotidianamente, con cure oncologiche a domicilio da un’infermiera dell’Irccs San Raffaele di Velletri. A ostacolare una strada, già di per sé tortuosa per il disabile, la Asl Rm G, del distretto sanitario di Palestrina. Sebbene infatti l’azienda sanitaria abbia provveduto a fornire al paziente un letto ortopedico provvisto di un materasso antidecubito - per evitare la formazione delle tipiche piaghe e lesioni che insorgono per la prolungata immobilità del malato - ora gli nega una carrozzina ortopedica per gli spostamenti intramoenia ed extramoenia. Un ausilio riabilitativo fondamentale per la deambulazione che consentirebbe a F.T., imprigionato nel letto di una camera, di uscire nel piccolo giardino della sua abitazione a prendere una boccata di ossigeno. E il paradosso è che era stata proprio una specialista in medicina fisica e riabilitativa della Rm G, a prescrivere, il 26 maggio scorso, la carrozzina, dopo aver visitato a domicilio il malato e avendone realmente appurato lo stato di salute gravemente compromesso. Una richiesta che non è stata accolta, appunto, dal responsabile del settore di medicina legale della Rm G di Palestrina, Egidio Salandi, che lo scorso 5 giugno, ha negato l’autorizzazione della «prestazione protesica sanitaria». «Il paziente, a cui non è stata riconosciuta l’invalidità civile, ha già ricevuto un letto ortopedico e un materasso antidecubito - si legge nel documento redatto dal medico - e la diagnosi della patologia da cui è affetto, non giustifica la prescrizione di una carrozzina. L’autorizzazione è, pertanto, sospesa».
Non si danno pace i familiari del disabile che, amareggiati, hanno scritto lo scorso 6 giugno al direttore generale della Rm G offrendosi di restituire il lettino ortopedico e il materasso e, in aggiunta, 800 euro, pari al valore dello stesso.

«Ma quanti sono - si interroga Mirko, uno dei tre figli dell’artigiano - i malati para e tetraplegici che giustamente usufruiscono del materasso e del letto per dormire come tutti noi e hanno avuto anche l’assegnazione di un presidio ortopedico importante, come quello di una carrozzina che ti permette di “restare integrato” nel mondo e non escluso e buttato in un letto?». La risposta spetta ora alla Asl Rm G.

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