Cartellini rossi Da D’Elia a Ceccarini, le nomine discusse

Cartellini rossi Da D’Elia a Ceccarini, le nomine discusse

Non solo Calciopoli. All’indomani delle nomine presentate dal nuovo presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, al Consiglio federale, il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, contestò l’avvicendamento di Del Forno con Stefano Braschi alla guida dell’organo tecnico. In quell’occasione tornò a galla il fatto che l’ex arbitro di Prato, dopo aver chiuso l’attività, uscì dal mondo arbitrale per entrare nei quadri dirigenziali del Siena. Gli arrivò un conto salato: fu sospeso dall’Aia (18 mesi) per aver sottoscritto il contratto con la società toscana senza aver ricevuto alcuna autorizzazione, ma nel 2006 fu riabilitato dal commissario straordinario della Figc Guido Rossi. In seno al consiglio federale non furono particolarmente apprezzate neanche le scelte di Pietro D’Elia quale vice di Braschi e di Domenico Ramicone nella Commissione Arbitri Interregionale, l’uno e l’altro coinvolti a suo tempo nella falsa refertazione della partita Rieti-Pomezia inserita nella schedina del Totogol. Per questa vicenda D’Elia, che nel ’91 era già stato sospeso per una cena galeotta con Moggi, si prese un anno di squalifica.
Polemiche anche sulla presenza dell’ex arbitro Piero Ceccarini nella Can D, guidata per la prima volta dall’ex arbitro Farina, quel Ceccarini che passò alle cronache per aver glissato sul fallo di Iuliano su Ronaldo in un famoso Juventus-Inter.

E perplessità di vario genere sull’opportunità d’inserire nella Commissione regionale del Lazio l’ex arbitro Sergio Coppetelli, discusso per un business legato alla vendita di divise sportive e per qualche tempo dirigente del Tivoli.

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