Roma - Doccia fredda per Marco Pannella. Il leader storico dei radicali non potrà correre alle primarie del partito democratico. Lo ha deciso l'ufficio di presidenza del Pd con la seguente motivazione: è "palesemente in contrasto con il regolamento e lo spirito costituente del Pd che prevede una adesione seria, duratura e motivata al partito". Traducendo dal politichese, Pannella non c'entra nulla con il partito democratico, la sua appartenenza al Pd non è duratura. Ma come fa un'appartenenza ad essere duratura se il partito in questione non è ancora nato?
Eppure Maurizio Migliavacca, Antonello Soro, Mario Barbi, Vittoria Franco, Patrizia Toia e Lella Massari, membri dell'ufficio di presidenza del Pd, hanno deciso in questo modo, appellandosi alle regole. Pannella, si fa notare, "è un autorevole esponente dei radicali e promotore del progetto della Rosa nel Pugno. Ma è una personalità che nell’ambito del centosinistra si è posto e si pone con progetto politico diverso" da quello del partito democratico.
Curiosa considerazione. E se fosse vero che Pannella ha qualche idea diversa da Veltroni e tutti gli altri candidati "buoni" (nel senso di ammessi a correre) semplicemente perché in testa ha un'altra idea di partito democratico? Certo, se avesse voluto correre per la segreteria del Pd un esponente del centrodestra avremmo capito il "niet". Ma Pannella non è alleato di Prodi & C.?
"Pannella: decisione di regime, ma io non mollo" "Rivolgo un appello ai democratici. Che io sappia l’appartenenza al ceto burocratico non costituisce titolo di per se di moralità politica", sottolinea il leader dei Radicali. Aspetto di leggere la delibera - è la premessa -, mi auguro però che tuti i democratici del Pd e contro il Pd si schierino contro una decisione che preclude a tanta parte del popolo di sinistra e di centro di essere rappresentata con le sue idee, speranze e attese". "Comprendo - è il ragionamento ironico di Pannella - che dinanzi al comitato promotore della mia candidatura questi signori reagiscano come quella parte dell’Unione che anatemizzò il nome stesso di Luca Coscioni inserito nelle liste radicali appena un anno prima di quando Rnp e militanti e votanti radicali salvarono l’Unione e il centrosinistra con il loro intervento".
Enrico Letta si candida Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, affida a internet, attraverso il suo sito, l'annuncio della propria candidatura.
Letta, il cui nome come possibile candidato circolava da diverse settimane - accanto a quelli di Walter Veltroni, Rosy Bindi, Furio Colombo, Mario Adinolfi e Jacopo Gavazzoli Schettini - aveva fatto sapere domenica in un’intervista al "Corriere della Sera" che oggi avrebbe sciolto la riserva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.