Economia

Cartello della gomma, supermulta Ue all’Eni

La Commissione Antitrust vuole dall’azienda 272 milioni. Colpite anche Dow, Shell, Unipetrol e Stomil. L’accusa: un accordo tra loro per controllare i prezzi

da Milano

La Commissione europea ha inflitto un multa di 519 milioni a un gruppo di industrie chimiche europee, tra cui Eni per 272,25 milioni, Shell per 160,9, Dow Chemical per 64,6, Unipetrol per 17,6 e Stomil per 3,8. La Bayer è invece riuscita a evitare una multa da 204 milioni perchè è stata la società che ha denunciato il caso. Le società sono accusate dall’Antitrust Ue di essersi accordate in un cartello per fissare i prezzi della gomma sintetica utilizzata per produrre pneumatici, rivestimenti per pavimenti, suole da scarpe e persino palline da golf. La multa è la seconda più alta mai decisa dalla Commissione. Le violazioni delle norme comunitarie si riferiscono al periodo 1995-2002, nella gestione precedente quella dell’attuale ad Paolo Scaroni. Un comunicato dell’Eni definisce «l’entità delle sanzioni del tutto sproporzionata e ingiustificata in considerazione sia della gravità dei comportamenti sia della circostanza che in nessun modo gli stessi avrebbero potuto produrre un effetto negativo sui consumatori finali». L’Eni annuncia inoltre che farà «valere le sue ragioni davanti al Tribunale di prima istanza dell’Unione europea», assimilabile a un Tar comunitario. Il titolo non ha comunque risentito della vicenda e ieri a Piazza Affari ha guadagnato l’1,63 per cento.
E, a proposito di Tar, ieri il Tribunale del Lazio ha accolto parzialmente il ricorso dell’Eni contro la sanzione di 290 milioni di euro inflitta dall’Antitrust per abuso di posizione dominante nell’approvvigionamento di gas naturale. L’accusa era di aver «interrotto il potenziamento del gasdotto» che collega l’Italia con l’Algeria. La sentenza non precisa i termini della riduzione di pena, ma secondo fonti giudiziarie romane (che peraltro non hanno trovato conferma) la multa potrebbe essere fortemente ridimensionata o addirittura quasi annullata.
Ma torniamo alla vicenda europea: «Questa nostra decisione - ha commentato il commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes - dimostra la determinazione con cui l'esecutivo europeo porta avanti la battaglia contro i cartelli per fissare i prezzi a danno dei consumatori. Si tratta di multe elevate. Ma se le imprese continueranno a partecipare ad attività di cartello - ha avvertito - dovranno aspettarsi multe ben più salate in futuro».
L’Eni ora avrà 90 giorni per pagare la multa (ma è escluso) oppure potrà presentare ricorso, come annunciato dal comunicato. Mediamente il Tribunale europeo impiega due anni per emettere la sentenza. Al tribunale europeo sono già ricorsi gruppi come Microsoft, Total, Unilever e Volkswagen. «C'è una carenza di elementi di fatto e di diritto - afferma la nota dell’Eni - che possano attribuire responsabilità alla capogruppo, che non è mai entrata, né avrebbe potuto farlo, nella conduzione ordinaria degli specifici business». La Polimeri Europa, la controllata dell’Eni che secondo l’accusa si sarebbe materialmente accordata con gli altri produttori del settore, pesa per circa il 9% sul giro d’affari del gruppo con un fatturato che nel 2005 è stato di 6257 milioni e un utile netto di 164.
Infine ieri Saipem (gruppo Eni) ha comunicato su richiesta della Consob che «non è allo studio alcuna Opa» nei confronti della francese Technip.

Di un interesse della Saipem aveva parlato la stampa francese, ma le indiscrezioni erano state già smentite dalla capogruppo il 24 novembre.

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