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La Casa Bianca chiede sanzioni contro la Siria

Washington. Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha chiesto un’azione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per obbligare il governo siriano «a rendere conto della morte dell’ex premier libanese Rafik Hariri». Bush, parlando nella base militare di Bolling, a Washington, a una platea di mogli di ufficiali americani ha sottolineato che «la Siria, come l’Iran, non meritano alcuna pazienza da parte delle vittime del terrorismo». Damasco, ha aggiunto Bush, «appoggia il terrorismo» consentendo a militanti ed estremisti di entrare dai propri confini. «Il governo degli Stati Uniti non fa alcuna distinzione tra chi commette atti di terrorismo e chi li protegge. Ogni Paese che sceglie di proteggere il terrorismo è un nemico». In un’intervista alla tv araba Al Arabiya, Bush ha detto di sperare che la Siria coopererà nell’inchiesta sull’omicidio di Hariri, e ha aggiunto che l’azione militare viene considerata da Washington l’ultima risorsa. Nel suo intervento al Consiglio di sicurezza, pochi giorni dopo la consegna del rapporto della sua indagine sul delitto Hariri, il magistrato tedesco Detlev Mehlis ha detto che i 30 inquirenti della Commissione Onu da lui presieduta hanno ricevuto «minacce credibili» alla loro sicurezza.

I religiosi cristiani e musulmani in Siria hanno consegnato una lettera al rappresentante delle Nazioni Unite, al nunzio apostolico e all’ambasciatore francese a Damasco, in cui esprimono il rifiuto delle conclusioni del rapporto Mehlis, definendolo «non imparziale, non obiettivo e poco trasparente».

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