«Siamo di fronte a una pericolosa escalation» per quel che riguarda i rapporti tra lIran e il terrorismo. Parole dure quelle pronunciate ieri dal Segretario di Stato Hillary Clinton, il giorno dopo la scoperta del complotto per assassinare lambasciatore saudita a Washington che porta la firma occulta di Teheran: due persone sono già state arrestate.
Lamministrazione Obama non ha perso tempo nellorganizzare la reazione a quello che in America è stato definito un atto di guerra: gli sforzi per ottenere un ancor più marcato isolamento della Repubblica islamica a livello internazionale sono già cominciati. Ieri il rappresentante Usa allOnu, Susan Rice, ha tenuto briefing individuali a tutti i 15 membri del Consiglio di sicurezza sulle accuse che Washington rivolge allIran. Contemporaneamente veniva inviato un documento a tutte le ambasciate e ai consolati americani del mondo con le istruzioni precise per informare le autorità dei Paesi dove lavorano sulla cospirazione. Esclusa invece una rappresaglia militare, che in un primo tempo, almeno a parole, non era stata esclusa dallo stesso vicepresidente Joe Biden.
Non è chiaro al momento se gli Stati Uniti puntino a ottenere dallOnu una risoluzione di condanna o un altro tipo di azione. Potranno certamente contare sul sostegno europeo: il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton, che è anche mediatrice per il gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gb, Francia e Germania) con lIran, ha anticipato che vi saranno «serie conseguenze». LIran intanto nega ogni addebito e in una lettera di protesta inviata al Consiglio di Sicurezza denuncia una «trama maligna» di Washington, accusata di «fomentare la guerra». LAmerica sarà costretta a scusarsi, ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Ali-Akbar Salehi.
Intanto nuove informazioni si aggiungono a quelle già note riguardo alla responsabilità dellIran in un caso che, se fosse provato in modo inconfutabile, relegherebbe il regime iraniano nellambito del gangsterismo internazionale. In base ad analisi degli specialisti, alla Casa Bianca si ritiene «più che probabile» che non solo il capo della forza al Quds, ma anche la Guida Suprema iraniana, layatollah Ali Khamenei, fosse a conoscenza del piano antisaudita.
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