La Casa Bianca mette alla porta il maggiordomo

Dopo 36 anni di servizio Gary Walters va in pensione: guidava 95 persone con un budget di 10 milioni di dollari

Giuseppe De Bellis

nostro inviato a New York

«Arrivederci». Appena chiusa la porta del 160 di Pennsylvania avenue, s’è capito che Gary Walters non sarebbe scomparso. Apparirà ancora: nome e cognome stampato su una copertina con la Casa Bianca sullo sfondo, sette facce di presidenti in dissolvenza. Confessioni, rivelazioni, esclusiva: le case editrici hanno le casse aperte. Walters non è un tipo qualunque: per trentasei anni ha vissuto dentro le 132 stanze della Casa Bianca, ha guidato uno staff di 95 persone, ha gestito un budget di dieci milioni di dollari. Mister Maggiordomo, lui. Ora ex. Ha presentato la lettera di dimissioni con congruo anticipo: «Da quasi 40 anni non ho tempo di decidere la mia agenda, senza sapere mai quando sarei tornato a casa. È stato bello, ma era ora di dire basta». Sorriso e niente inchino. È tornato a lavorare per finire gli ultimi compiti: la scelta dell’albero e degli addobbi di Natale. La fine è arrivata adesso: giovedì è il Thanksgiving day e l’America inizia a pensare al Natale. Si allestiscono alberi e luminarie. Per Walters il lavoro è finito davvero. Ha salutato e se n’è andato: «Arrivederci». Torna alla vita privata, dice. E si prende un comunicato ufficiale della famiglia presidenziale, firmato dalla sua ultima datrice di lavoro, Laura Bush: «Ci ha fatto sentire a casa. Ci spiace che se ne vada».
A sessant’anni, il maggiordomo della White House rinuncia a un posto fondamentale per il cerimoniale di Washington. Nelle sue mani c’era tutto: l’arrivo degli ospiti, la cura degli appuntamenti interni, l’agenda della first lady. Poi il controllo minuzioso su cene di Stato con grandi della Terra, l’organizzazione di party per teen-ager famosi, la gestione di un gruppo di professionisti invisibili che lavorano nella dimora più complicata del pianeta. Gary dice addio soprattutto ai segreti dell’uomo più potente del mondo. Lui ha raccolto le confessioni, le manie, i tic di Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter, Ronald Reagan, George Bush senior, Bill Clinton, George W. Bush. Walter gli ha conosciuti tutti. È stato amico anche dei loro animali: adorava Malarkey Ying Yang, il gatto dell’adolescente Amy Carter. Segreti e pettegolezzi. Trentasei anni di vita: arrivò alla Casa Bianca con Richard Nixon nel 1970 come agente del Secret Service, il corpo di pretoriani che veglia sull’incolumità della first family per tutto il giorno per tutto l’anno. A uno a uno ha scalato tutti i gradini della servitù presidenziale. Ronald Reagan lo promosse capo maggiordomo nel 1986: «Ho avuto un lavoro difficile. È un’arma a doppio taglio. Devi garantire che tutto sia fatto come si deve e allo stesso tempo devi proteggere la Prima Famiglia».
C’è chi scommette che Walters scriverà tutto. Gli spifferi di Washington parlano già di un’offerta di quattro milioni di dollari tenuta in attesa. Per il momento. Forse Gary aspetta di vedere se Hillary Clinton si candiderà alla presidenza. Perché se c’è una che vorrebbe colpire, quella è l’ex first lady. Nella sua vita tra i segreti della Casa Bianca, Walters è venuto allo scoperto solo una volta. Era il 2000: avvicinò gli avvocati della Casa Bianca per chiedere se i Clinton, con cui più volte era stato ai ferri corti, potevano traslocare mobili che lui credeva fossero proprietà dello Stato. Il maggiordomo fu informato che i mobili appartenevano ai Clinton, ma lo scandalo, anche grazie a una soffiata di Walters ai media, divenne di dominio pubblico e i Clinton decisero preferibile lasciare gli oggetti dove stavano.
Non è uno facile, Walters. Convinto che il suo ruolo fosse in nome dello Stato e della bandiera, l’ex maggiordomo ha fatto il padrone di casa. Potente. Nel 1993 venne accusato di aver messo alla porta un cuoco per punirlo di avere sposato una donna afroamericana. Gli avversari sono sempre stati in cucina. L’ultimo non è riuscito a fermarlo in tempo. È Walter Scheib, licenziato da Walters nel dicembre 2004. Ora esce con un libro: The White House Chef.

Scheib ha cucinato la vendetta: Bush viene descritto come un maniaco che detesta il cibo di color verde e il maggiordomo passa per un tiranno nella culla della democrazia. Ne esce bene la Clinton: «Ho nostalgia di Hillary e della sua passione per nuovi sapori». Scheib spera di essere ripescano nel 2008. E allora uscirà il libro di Gary Walters.

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