Politica

«Casa comune, in gioco il futuro della Cdl»

Emanuela Ronzitti

da Roma

Il partito unico del centrodestra è ormai in fase di gestazione. Entro fine luglio il comitato di Todi, un «gruppo di saggi» che dallo scorso maggio studia l’ipotesi della «cosa di destra» per dar vita «a un nuovo grande partito popolare, liberale, nazionale, riformista, figlio dell’esperienza storica della Cdl, parte della famiglia popolare europea. Significa poter contare su un partito forte che si colloca intorno al 40 per cento. Sarebbe un errore politico, perfino storico perdere questa occasione. Occorre mettere in campo lungimiranza e coraggio impedendo che prevalgano pigrizie, diffidenze e calcoli di piccolo cabotaggio. Intorno a questo progetto si misura il futuro delle attuali leadership del centrodestra». Il gruppo di Todi lancia una sfida a tutti partiti della Cdl. Una proposta di adesione a riunire tutte le forze politiche del centrodestra per dar vita a «un’Assemblea nazionale costituente». Appello che mira a raccogliere, in particolare, il «sì» dei leader di An Gianfranco Fini e dell’Udc Marco Follini.
La loro adesione, è l’auspicio dei «saggi», potrebbe maturare proprio in vista degli imminenti appuntamenti politici dei due esponenti della Cdl con la rispettiva dirigenza. Durante l’assemblea nazionale di An e al congresso dell’Udc. L’assemblea di Todi avrà il compito di nominare «un comitato nazionale per la Costituente», che si occuperà di redigere lo statuto e il manifesto dei lavori del partito unitario. Il gruppo di lavoro, capitanato da Ferdinando Adornato, esponente di Liberal, punta a promuovere la nascita di questo nuovo soggetto politico, chiamando all’adunanza tutti i deputati del centrodestra ed esponenti della società. Il comitato prende il nome dalla cittadina dove gli esponenti politici della Cdl, all’inizio di maggio, hanno partorito il primo documento intitolato «Cominciare il cammino» nel quale si tenta di immaginare «la costruzione di un unico grande soggetto politico, la cui porta deve essere ovviamente aperta a tutti i partiti che intendono aderire, con eguale dignità».
Ora il consiglio «dei saggi» è passato all’azione, promuovendo una spinta verso la concretezza. La neonata «Costituente» avrà come compito primario, quello di «far pressione» sui singoli partiti, per spingerli così, a trovare domicilio presso una coalizione unica e più stabile. Sotto il vessillo, appunto, del «partito unico». Numerose le prime adesioni all’ipotesi «d’assemblea nazionale» per fine luglio.
Da destra, in prima linea il vicepremier Giulio Tremonti, i ministri dell’Interno Beppe Pisanu, dell’Ambiente Altero Matteoli, dei Beni culturali Rocco Buttiglione e il viceministro dell’Economia Mario Baldassarri. Non mancano alcuni capigruppo parlamentari della Cdl, presidenti di commissioni e sottosegretari. Da sinistra, anzi, dall’ex sinistra, anche i nominativi di Ortensio Zecchino e Dario Squeri. «Deve essere chiaro - precisa Adornato - che con l’assemblea di fine luglio e con il comitato costituente, il percorso non finirebbe, ma inizierebbe». Ciò non significa «un annullamento», ma solo trovare «una sede comune che diventi il luogo della sovranità collegiale dei partiti che si riconoscono in questo progetto».
Parole di sostegno al comitato pro-partito «unico», arrivano dal colonnello di An Maurizio Gasparri che ribadisce come i convegni che si sono svolti in questi mesi abbiano avuto «una funzione di stimolo per le forze politiche della Cdl», ribadendo l’importanza delle scadenze dell’Udc e di An, perché «in quell’occasione potranno misurarsi con questo progetto». Fu lui a dire, più di un mese fa, che il partito di Fini non giudica alla porta la fusione nella Fed della destra, ma «vuole essere della partita».

A fargli eco, il viceministro alle Attività produttive Adolfo Urso che mette l’accento sulla necessità di correggere la legge elettorale per «non ostruire il processo che noi e il centrosinistra vogliamo realizzare in vista delle prossime elezioni».

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