La Casa delle libertà: «Punito il governo»

da Roma

Da Campobasso a Palazzo Chigi, la strada della rimonta è lunga e tortuosa. Adesso però il centrodestra ci crede. «Per noi - dice Fabrizio Cicchitto - il risultato di queste elezioni è una conferma alla battaglia di opposizione che stiamo conducendo. Per il centrosinistra è un serio campanello d’allarme. Per il governo e la sua scombinata Finanziaria, una botta». «Soddisfatto» pure Gianfranco Fini, nonostante il calo di An, sorpassata dall’Udc: «La nostra leggera flessione era prevista. Ma la Cdl è andata benissimo. Prodi minimizza la sconfitta? Vedo però che nella maggioranza non tutti, saggiamente, lo fanno». E Roberto Calderoli: «I partiti del centrosinistra hanno perso dieci punti percentuali per strada e questo è il segnale negativo, il semaforo rosso nei confronti nell’azione del governo».
Molise-Italia? Maurizio Gasparri invita a tenere i piedi per terra: «Il risultato non va sopravvalutato, ma nemmeno sottovalutato. Per il centrodestra è una ragione di più per intensificare l’opposizione in Parlamento e fuori». Sandro Bondi invece nel voto ci vede qualcosa di più: «Si tratta di un significativo incoraggiamento per la Cdl a ritrovare le ragioni della propria unità che si fondano sull’autonomia e la peculiarità di ogni partito insieme a un forte vincolo unitario». Basta divisioni quindi, come chiede anche Paolo Romani: «Il voto del Molise ha punito la presunzione d’imbattibilità dell’Unione e di Prodi. I cittadini hanno certificato il malcontento generale nei confronti della sua Finanziaria e hanno dimostrato che, quando è coesa, la Casa delle libertà riesce a soddisfare le aspettative del proprio elettorato attirando consensi».
Euforia dunque a Forza Italia. «La vittoria di Iorio è la sconfitta di Prodi - sintetizza Renato Schifani -. Il treno del Professore, fatto solo di tasse e di incapacità a governare, è a fine corsa». «Il presidente del Consiglio - commenta Paolo Bonaiuti - cerca di arrampicarsi sugli specchi per giustificare lo schiaffo preso in Molise. Ma quali elezioni locali, i cittadini hanno punito il peggior esecutivo del dopoguerra. E lo puniranno ancora». «A sei mesi dall’insediamento di Prodi - sottolinea Lucio Malan - l’Unione ha perso in Molise esattamente cinque punti percentuali rispetto alle politiche, una media di quasi un punto al mese. Fattori locali? No, perché Iorio, governatore uscente, ad aprile era il capolista al Senato, quando il centrosinistra prevalse di due punti».
Più prudenti le reazioni di An. «È il primo test dopo le politiche - spiega Altero Matteoli - e il risultato è indiscutibile. Ma le elezioni in Molise non possono avere valenza nazionale. Anche Andrea Ronchi, il portavoce del partito, si dice contento per l’esito: «E Prodi fa male a prendere sotto gamba quello che è una sonora bocciatura della sua politica economica e sociale».

Ma Francesco Storace invita Ronchi alla prudenza: «Tutti festeggiamo Iorio, però paradossalmente a noi converrebbe considerarlo un fatto locale. Se infatti avesse valenza nazionale, Fini dovrebbe tirare le conseguenze dall’umiliazione del sorpasso subito dall’Udc. L’alternativa a Prodi non è una destra modello Ppe».

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