Casa dello studente, guardia armata alle macerie

Il procuratore capo Alfredo Rossini guarda il cielo: «Piove sul bagnato». Anche l'ufficio che deve indagare sui crolli del terremoto è un accampamento. I magistrati sono ospitati nella struttura del Tribunale dei minorenni. Un cancelliere corre sotto la pioggia proteggendo un paio di fascicoli con l'ombrello. Recuperare un faldone viene considerato un atto di eroismo: anche il tribunale è sotto inchiesta per inagibilità.
L'inchiesta accelera. Con un primo obiettivo preciso: trovare le responsabilità del palazzo pubblico in cui sono morte più persone, tutti ragazzi: otto. È la Casa dello studente, il palazzo oggetto d'indagine che il procuratore capo dell'Aquila Alfredo Rossini dichiara essere «la situazione più chiara».
Ha ascoltato decine di ragazzi che abitavano lì. Gli allarmi erano stati precisi, c'era una colonna nella sala mensa che preoccupava i giovani ospiti, le pareti erano sottili come gesso, c'erano crepe già dalle prime scosse. I costruttori e chi doveva controllare su questo edificio saranno probabilmente i primi indagati di questa inchiesta che ha come prova regina le macerie.
I detriti ai piedi dei palazzi: sono talmente preziosi che la Procura ha deciso di metterli sotto scorta. Saranno osservati giorno e notte, quanto è più possibile, «da tutte le forze dell'ordine» a disposizione, conferma Rossini. Sono il cuore dell'indagine, anche se molte macerie sono già state acquisite. Ma qualcuno continua a cercare di rubarle. È la coscienza sporca di chi vuole togliere di mezzo le sue colpe emerse dalle briciole di cemento.
«Diciamo che abbiamo qualche sospetto... », dice al Giornale il procuratore. Ma alcuni ladri di macerie sarebbero addirittura stati visti arrivare con dei furgoncini nel tentativo estremo di toglierle di mezzo. All'ospedale nuovo che non ha retto al terremoto sarebbe avvenuto un furto, di notte, di cubetti di cemento. Rossini non conferma e non smentisce, ma la decisione di un controllo più efficace sembra essere la risposta.
La procura non ha solo acquisito il materiale definito interessante tra i resti dei palazzi crollati, «e custodito in un posto protetto, al sicuro da qualsiasi attacco». Ma sono stati estratti dai palazzi crollati anche «materiali indistinti». Questo perché in un eventuale processo, o più processi, si potranno mostrare campioni indefiniti di macerie, non solo quelli mirati per l'inchiesta. Sul merito del suo lavoro, Rossigni conferma: «La Casa dello studente è uno dei punti su cui acceleriamo al massimo le indagini perché ci sono stati diversi morti.

Ha una piccola priorità rispetto a stabili pubblici, anche importanti, dove non ci sono state vittime». Nei prossimi giorni ci saranno «sviluppi piuttosto veloci».
E si continua a lavorare per prevenire infiltrazioni mafiose negli appalti: le «mani nere» che si vogliono posare forse su questa tragedia.
EFo

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