Casa della Legalità: «I politici parlino»

«Se la magistratura e la stampa ci avessero dato credito anni fa, a quest’ora l’indagine sarebbe già chiusa». La pensano così i rappresentanti della Casa della Legalità che ieri mattina si sono ritrovati davanti a palazzo di Giustizia a Genova per manifestare solidarietà ai giudici che stanno svolgendo l’inchiesta sulle bonifiche delle ex aree industriali di Cornigliano. «Da anni denunciamo questo sistema: un “cartello” di imprese che si spartiva appalti e subappalti, grazie a politici ed amministratori collusi, di grandi società pubbliche come Sviluppo Genova e la Società per Cornigliano di enti come Regione, Provincia e Comune di Genova e piccoli comuni delle Riviere» accusa Christian Abbondanza.
Gli esponenti della Casa della Legalità arrivano addirittura a lanciare un appello ai politici cittadini perché parlino: «Ci rivolgiamo a chi ha amministrato e sta amministrando questa città perché se c’era un corruttore significa che ci sono anche dei corrotti - dice Abbondanza -. I vari Burlando, Repetto, Pericu, Ghio e Vincenzi parlino, chi ha fatto questa parte ora ha il dovere di mettersi a collaborare».
Abbondanza da tempo denuncia un intreccio tra imprenditori e politici che danneggiano l’economia locale per tutelare interessi privati e il riferimento diretto è a Gino Mammone, proprietario della Eco.

Ge e al centro dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Francesco Pinto: «Mammone, ogni volta che viene coinvolto in un’inchiesta - accusa il presidente della Casa della Legalità -, rilancia la minaccia di chiusura dell’azienda così che la classe dirigente gli corra in soccorso. Questo è un modo come un altro per ricordare agli “amici” dal “colletto bianco” che lui è intoccabile».

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