LA CASA DELLA LIBERTÀ DI DIMENTICARE

Oggi elogio un paio di uomini di sinistra; ne attacco un altro paio, sempre di sinistra; censuro il silenzio di un certo centrodestra e festeggio il passaggio della Finanziaria. Ma, nonostante questo, penso che nessuno, proprio nessuno, stavolta possa darmi del «comunista!» con tanto di punto esclamativo. Perché oggi parlo d’amore, di cuore, di capacità di spendersi per gli altri, di santità. Santità laica, magari. Ma, comunque santità. In una parola, parlo di Franco Henriquet.
C’è almeno un motivo per festeggiare perché la Finanziaria è passata in prima lettura al Senato e Prodi non è caduto. Ed è l’articolo che prevede che i farmaci per la terapia del dolore destinati ai malati terminali non debbano essere più gettati, con una procedura burocratica assurda e ulteriormente afflittiva per le famiglie dei malati e per le casse pubbliche.
Un articolo che ferma sprechi di denaro (milioni di euro all’anno) e di sofferenze sollecitato per ben due volte dal consiglio regionale della Liguria, ma che ha i suoi genitori in Franco Henriquet, cuore e anima della Gigi Ghirotti, e in Piero Randazzo, che del prof è uno strettissimo collaboratore e che è anche responsabile per la sanità di Unione a sinistra, costola di Rifondazione capeggiata dal presidente del consiglio regionale Mino Ronzitti. Quella battaglia è stata sposata da tutto il Consiglio, per una volta unanime, e da un giornale, che ovviamente è questo Giornale. Franco Henriquet ci si è buttato anima e corpo, ha bussato a tutte le porte, ha lottato contro tutte le burocrazie: leggere i protocolli con cui un ufficio del ministero lo rimandava all’altro ufficio e quest’ultimo lo rimbalzava a un terzo, con un incredibile effetto domino, sarebbe divertente da raccontare se non fosse drammatico.
Con l’inserimento del provvedimento in Finanziaria, la battaglia di Henriquet sarà vinta. Così come è stata vinta quella per il processo che lo vedeva alla sbarra come detentore illecito di stupefacenti. É una storia che non sto nemmeno a commentare, ma che ricordo per sommi capi perché si commenta da sola: alcuni parenti di malati terminali che avevano usato solo parzialmente confezioni di farmaci per lenire il dolore contenenti sostanze stupefacenti, dopo la morte dei loro cari non hanno smesso di essere cittadini modello. Cioè hanno considerato che quei farmaci erano già stati pagati dal Servizio sanitario nazionale, che costavano moltissimo e che le fiale nelle confezioni erano ancora in grandissima parte integre. Quindi, pur stravolti dal dolore, hanno reso un ulteriore servizio allo Stato, portandole ad Henriquet, perché potessero essere utilizzate da altri malati. E Henriquet, santo senza le stimmate e senza tutte le ceralacche necessarie per riceverle, ha ringraziato e le ha messe via per altri sventurati.
Non l’avesse mai fatto. Processi, richiesta di rinvio a giudizio, finché il procuratore capo di Genova Francesco Lalla, per un giorno, è diventato santo pure lui e ne ha chiesto il completo proscioglimento.

Da santo a martire, però, è un passo: questioni procedurali, rivolta della stragrande maggioranza dei sostituti e rischio di procedimento contro Lalla, sollecitato da due membri del Csm di Magistratura democratica e del Movimento per la giustizia, le correnti di sinistra.

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