Roma Sembrano fotocopie. «Lesioni diffuse e passanti nelle pareti e nei soffitti in oltre il 60% dei vani ».«Lesioni diffuse e passanti nelle pareti e nei soffitti in oltre il 60% dei vani». «Lesioni diffuse e passanti in misura superiore al 50% della superficie complessiva della facciata dell’edificio». «Lesioni diffuse e passanti in misura superiore al 50% della superficie complessiva della facciata dell’edificio ».Riga per riga,parola per parola. Identiche. Due sentenze del Consiglio di Stato uguali dalla prima pagina all’ultima, in ogni dettaglio e, cosa ancor più sorprendente, negli stralci delle perizie sul presunto degrado. Sentenza 5961/05: Via Monte Oppio 12, la casa ex Inps a due passi dal Colosseo divenuta famosa come abitazione del ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi e comprata a un prezzo strabiliante, 1.600 metri al metro quadrato. Sentenza 5960/05: Via Nicola Salvi 68, la casa gemella, ovvero uno stabile ancora più vicino all’Anfiteatro Flavio sempre dell’Inps che, come la palazzina di Patroni Griffi, fu definita stabile «degradato » dal Consiglio di Stato nel 2005 e perciò venduta a prezzi bassissimi.
L’abitazione di Patroni Griffi, già sotto inchiesta della procura di Roma, regala adesso una nuova coincidenza. Si è già citato il fatto che la perizia che dava ragione agli inquilini fosse stata assegnata dal Consiglio di Stato a due funzionari delle Opere Pubbliche che compaiono più volte nelle intercettazioni del Ros sulla «cricca»legata agli appalti per i Grandi eventi e all’ex Provveditore Angelo Balducci.
Era stata quella perizia ad evidenziare una non meglio precisata «accresciuta vulnerabilità sismica » della casa di via Monte Oppio. La novità ora è che quella perizia è in realtà una copia ( rischio sismico compreso) della verifica svolta sullo stabile ex Inps di via Salvi. Possono due palazzi avere le stesse caratteristiche, gli stessi difetti, le stesse esigenze di manutenzione? Gli stralci di perizia, come le sentenze, sono il copia e incolla l’una dell’altra.
I due dispositivi del Consiglio di Stato furono emessi lo stesso giorno, 12 luglio 2005, pubblicazione il 26 ottobre, e furono firmati dallo stesso presidente, Giorgio Giovannini, e dagli stessi consiglieri, compreso Roberto Chieppa, ora segretario generale dell’Antitrust nel governo Monti. Fu sempre la sesta sezione a giudicare. Identico l’avvocato dei due palazzi:l’ex sottosegretario dimessosi per le ferie pagate dalla cricca, ovvero Carlo Malinconico. Insomma, due storie parallele, conclusesi nello stesso modo fortunato: vittoria degli inquilini, acquisti a prezzi vantaggiosissimi dall’Inps, a circa un quinto delle tariffe di mercato per il centro di Roma.
Ma al di là delle vicende identiche, impressionano le sentenze gemelle del fatidico 12 luglio 2005.
Passi per l’inizio, uguale naturalmente: «I ricorrenti in primo grado, conduttori dello stabile Inps sito in Roma, via Monte Oppio n.12 (in via Nicola Salvi 68, è scritto nella sentenza gemella) hanno impugnato il decreto del 1 aprile 2003, del ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in G.U. Serie Generale nr.87 del 14-4-2003, avente ad oggetto «Individuazione di immobili di pregio ». Ma anche da pagina e a pagina 20 , eccetto che per i nomi degli inquilini, diversi, tutto è lo stesso. Compreso il passaggio in cui il Consiglio di Stato scrive (pag.11, sentenza 5960 e 5961) di aver Incaricato il Siit (servizio integrato infrastrutture e trasporti) di «ulteriori accertamenti istruttori ». Ma soprattutto sorprende come, da pagina 16 di entrambe le sentenze,sia identico l’elenco dei vizi riscontrati dai periti nei palazzi, via Monte Oppio 12 e via Salvi 68: «Impianto elettrico fatiscente e non rispondente alle normative vigenti»; «evidenti difetti strutturali nei due terzi degli infissi di chiusura delle aperture esterne» (palazzi gemelli anche negli infissi); «infiltrazione di acqua piovana sul lastrico solare di copertura dell’edificio». Entrambe le case avevano quindi lo stesso lastrico solare con medesime infiltrazioni.
Ancora: «Quadro fessurativo alquanto diffuso con diverse lesioni »; «carenze strutturali e funzionali negli orizzontamenti e indebolimento nelle strutture delle scale»; le già citate percentuali identiche di lesioni nei soffitti;e infine l’ «accresciuta vulnerabilità sismica », presente ovviamente anche nella perizia di via Salvi. Anche qui rischio crollo per terremoti: «L’immobile oggetto della controversia versa in stato di degrado », scrive il Consiglio di Stato. Per via Monte Oppio, idem.