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«A casa mia solo feste simpatiche mai invitato persone poco serie»

RomaSiam pronti alla morte? «Be’, mica tanto... ». Ci scherza su, Silvio Berlusconi. E con una battuta, alla due di notte, archiviata la cena per festeggiare la vittoria del Milan sulla Juventus, sdrammatizza così su una strofa dell’Inno. Ma non c’è solo la querelle sull’opera di Mameli nella giornata politica del Cavaliere, iniziata all’uscita di un ristorante milanese, dove ricorda pure di non aver «mai giocato al Superenalotto», e proseguita con l’intervista concessa a Chi, settimanale Mondadori, nel numero oggi in edicola. Spazio quindi alla tutela della privacy, da difendere a ogni costo, e alle critiche rivoltegli da Avvenire, da respingere in toto, dal momento che il quotidiano della Cei è caduto nel «tranello delle calunnie» su festini mai organizzati e relazioni con minorenni mai intrattenute.
E ancora: la non facile presa d’atto della fine della lunga storia d’amore con la moglie Veronica, le somiglianze con la primogenita Marina, il rapporto con la figlia Barbara, con cui non vi è alcuna contrapposizione. A seguire, l’auspicio di una concreta stagione di riforme (servirebbe però un’opposizione «con un più alto senso dello Stato»), l’elogio alla concretezza delle donne, la proposta dell’esercito unico in Europa, l’appoggio pieno alla tessera del tifoso. Infine, un occhio alla forma fisica, senza invidia alcuna verso la prestanza dell’amico Aznar.
Privacy. Il punto centrale della questione è sempre lo stesso: «Il diritto alla riservatezza è una parte essenziale della libertà. Ridurre la libertà altrui è, in uno Stato di diritto, un reato grave». Non basta, quindi, «una multa a sanzionarlo, come fosse un divieto di sosta». E «deve valere per tutti - insiste Berlusconi -. Non è accettabile che crescano le regole» e che «contemporaneamente si possa invadere così facilmente la vita altrui». Inevitabile un passaggio sulla residenza in Costa Smeralda. «Amo la Sardegna e sono molto affezionato a Villa Certosa, dove mi sento come fuori dal tempo. È un luogo a cui sono legato da tanti ricordi personali. Per questo non voglio alienarla. Intendo piuttosto difendere la mia privacy dalla sistematica violazione che ne hanno fatto pseudoreporter in palese violazione delle leggi».
«Avvenire». Il quotidiano cattolico ha preso fischi per fiaschi. «Anche loro sono caduti nel tranello delle calunnie contro di me, prendendo per vere notizie false», sottolinea Berlusconi, che fornisce la sua versione dei fatti: «Non ho mai intrattenuto “relazioni” con minorenni e non ho mai organizzato “festini”». La verità del Cavaliere è dunque un’altra: «Ho partecipato soltanto a cene certamente simpatiche, ma assolutamente ineccepibili sul piano della moralità e dell’eleganza. E non ho mai invitato consapevolmente a casa mia persone poco serie».
Veronica. «È difficile prendere atto che dopo trent’anni molto è cambiato nella propria vita. Soprattutto quando si è vissuta una vera storia d’amore». Perché «trent’anni» di unione con Veronica Lario, da cui sta per separarsi, «non sono un giorno».
Marina. «Ci assomigliamo molto e ci riconosciamo nei giudizi sulle situazioni e sugli altri». Così l’inquilino di Palazzo Chigi inquadra il rapporto con la figlia Marina. Entrambi, dice, «abbiamo la stessa passione per i risultati che nascono dalla creatività, dall’impegno e dal lavoro. E ci vogliamo moltissimo bene».
Barbara. Di figlia in figlia, da Marina a Barbara. Con un occhio all’intervista rilasciata dalla neo-mamma a Vanity Fair. «Non lo sapevo - spiega il premier -. Ma era immaginabile che qualche giornale avrebbe cercato il sensazionalismo, cioè di contrapporre mia figlia a me, una cosa che davvero non esiste. È quasi un nuovo sport nazionale quello di aggredire la mia famiglia». D’altronde, «l’intervista andava benissimo, ma è stata strumentalizzata e penso che strumentalizzare la mia famiglia, i sentimenti delle persone che a me sono più care, come arma di lotta politica contro di me, sia forse il punto più basso del degrado della vita politica. Da avversari capaci di questo ci si può aspettare davvero di tutto. Si sforzano di denigrarmi nei modi più vili, perché sperano di demotivarmi».
Donne. Smentire le calunnie non vuol dire non poter parlare di donne. «Io le adoro e le stimo, perché sono più brave di noi uomini a scuola, all’università, in ufficio». Per il premier, «sono più puntuali, responsabili e precise» e «hanno la dote di arrivare alla soluzione dei problemi istintivamente, mentre noi uomini abbiamo bisogno di tanti ghirigori. Quindi, evviva l’altra metà del cielo».
Inno. Critiche a parte, avanzate con un sorriso scaramantico, il premier garantisce che a quel testo «siamo affezionati, al di là del significato delle parole». E come la mettiamo allora con il Va’ pensiero tanto apprezzato dal Senatùr e dal popolo padano? La questione, in termini patriottici, non si porrebbe, visto che il coro del Nabucco «non ha niente a che vedere con la storia italiana». È senza dubbio «un’aria bellissima, uno dei capolavori del genio assoluto di Giuseppe Verdi, ma si riferisce alle vicende del popolo ebraico prigioniero in Babilonia». Ecco perché - sottolinea il capo del governo - l’opera di Mameli «ci sta sempre bene», visto che «ha accompagnato tanti momenti della nostra storia nazionale». Ovvero, «la nascita e il consolidamento della nostra patria», aggiunge nell’intervista rilasciata ad Alfonso Signorini. Senza contare che «sostituirlo sarebbe molto complicato». Allo stesso tempo, però, «bisogna anche comprendere che le esternazioni di Umberto Bossi, a cui mi sento legato da un affetto fraterno, sono carezze per la sua gente e per il popolo della Lega». Tradotto: «Non ho alcuna preoccupazione sulla solidità di questa maggioranza».
Riforme. «Vorrei poter dare anche l’avvio a una stagione di riforme delle istituzioni, ma occorrerebbe un’opposizione con un più alto senso dello Stato». L’occasione è giusta per rilanciare l’azione dell’esecutivo alla ripresa. «Cercheremo di ridurre le spese dello Stato - assicura il presidente del Consiglio - per tagliare le imposte e per far sentire agli italiani di non vivere in uno Stato tiranno che opprime i cittadini, ma in uno Stato libero e amico».
Esercito Ue. «Abbiamo degli eserciti che rappresentano spese folli per gli Stati europei - racconta il Cavaliere - e non riusciamo a determinarci per mettere in campo un vero esercito europeo che ci farebbe risparmiare il 70% dei costi».
Tessera tifosi. Pieno appoggio allo strumento messo a punto dal Viminale. «Credo che anche i tifosi che non vogliono dare atto a gesti violenti siano contenti», afferma Berlusconi, convinto che «chi non lo è probabilmente usa lo stadio per sfogare qualcosa che ha dentro in un modo non urbano». Secondo il leader del Pdl, dunque, la tessera «è una decisione di buonsenso».
Forma fisica. «Alcolici non ne bevo mai. Ho ridotto il pane, la pasta e il riso. Sono sulla buona strada per tornare in forma». È quanto pronostica il premier, che non si sottrae al confronto con l’ex primo ministro spagnolo, José Luis Aznar. «Lui ha più tempo libero di me. L’invidia è un sentimento che mi è sconosciuto.

E poi - puntualizza - anche io non sono tanto male».

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