(...) come ha rivelato al Giornale lagenzia immobiliare di Stella San Giovanni che si occupò delledificio. Anche quando si pensava che lappartamento da acquistare fosse quello in cui nacque e visse il presidente. Figurarsi che ne dirà Ciampi ora che i pronipoti, Dario e Davide Tonna, hanno confidato che no, Pertini non nacque e tantomeno visse in quellappartamento. Punto e a capo ma lagguerrita associazione non si arrese. Scrisse e riscrisse ancora, fino a quando, era il primo luglio del 2005, fu il nuovo prefetto di Savona, Nicoletta Frediani, a comunicare che, ecco, il segretariato generale della presidenza della Repubblica aveva fatto la sola cosa che avrebbe potuto fare, e cioè girare la questione al ministro Rocco Buttiglione: «Il segretariato, in virtù della particolare attenzione riservata a tale iniziativa, ha segnalato il contenuto del documento in questione al ministero per i Beni e le Attività culturali» con tanti cari saluti.
Adesso che è stato Claudio Burlando a dire ok il prezzo è giusto, cè Gianni Plinio il capogruppo di An che fa la Befana e porta il carbone: «Persino la presidenza della Repubblica prima parla di importo nettamente superiore ai valori di mercato, poi smista diplomaticamente la questione al ministero: a questo punto o il presidente Burlando fa fare una perizia a un esperto del Tribunale di Savona per definire la congruità del prezzo oppure mi vedrò costretto a ricorrere alla Corte dei Conti e allAutorità giudiziaria».
E a proposito di rivelazioni, dovere di cronaca impone svelare laltro retroscena dellintricato giallo di «casa Pertini». Dario e Davide Tonna a più riprese nei giorni scorsi hanno sottolineato di non aver «mai chiesto a nessuno alcun tipo di intervento» sulla compravendita e si «oppongono ad ogni forma di mistificazione e strumentalizzazione politica e giornalistica» della vicenda. I contatti con chi, come Plinio, «ritenevamo aggiornati su questa iniziativa» sono avvenuti «al solo scopo di avere maggiori informazioni utili a comprendere come comportarci in vista di unapertura al pubblico di una parte di casa e della condivisione di alcune aree comuni ad altre proprietà». I due nipoti spiegano inoltre di ritenere «sterile e privo di sostanza» il dibattito cronologico sullappartenenza o meno dellappartamento alla famiglia Pertini al momento della nascita di Sandro. Racconta una storia diversa la e-mail che Dario inviò a Plinio il 30 dicembre scorso, nella quale spiegava di volerlo «mettere a conoscenza» delle «diverse fuorvianti imprecisioni» apparse sulla vicenda sul Venerdì di Repubblica del 21 ottobre 2005. Seguiva in allegato la rettifica inviata al Venerdì, nella quale i due fratelli precisavano che lalloggio in questione «non appartiene più alla famiglia Pertini e ai suoi eredi dalla fine del 1800».
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