Politica

«La casa di vetro di Vendola è diventata una casa chiusa»

Massimo Malpica

da Roma

«Che fine hanno fatto la trasparenza, la democrazia, la moralità, tutte quelle belle parole con le quali il centrosinistra ci ha riempito la testa in campagna elettorale? Vendola prometteva di voler fare della Regione una “casa di vetro”, ma ne ha fatto una “casa chiusa”. Forse gli alti principi della politica valgono solo per gli altri?».
Raffaele Fitto è un fiume in piena. Dopo il rifiuto della Regione a dare accesso alle schede nulle, dopo la sentenza del Tar che ha rigettato il ricorso dell’ex presidente della Puglia e di 10 «consiglieri mancati» della Cdl, respinge l’accusa di aver bussato ai tribunali solo perché non ha accettato la sconfitta. Eppure, con 84mile schede nulle e 14mila voti di differenza tra lui e Nichi Vendola, qualche difficoltà a mandare giù la cosa sarebbe comprensibile. «Invece non è così», esordisce il giovane politico salentino. Determinato a portare avanti quella che definisce «una battaglia di verità nell’interesse di tutti».
Anche nel suo interesse...
«Io direi nell’interesse dei cittadini pugliesi, che hanno diritto di sapere per chi hanno votato e quali sono i risultati. Non mettiamo in discussione il risultato elettorale, vogliamo solo vederci chiaro e accertare come sono andate realmente le cose. L’unica maniera è una verifica delle schede. Se risulterà che la vittoria di Vendola è ancora più netta, andrà benissimo. Se la forbice si assottiglia, avremo un quadro comunque diverso e più preciso. A fronte di errori, sbianchettature, correzioni, cancellature, verbali in bianco e tantissime schede nulle, in un’elezione decisa per 14mila voti, non dovrebbero essere tutte le parti politiche a voler verificare?».
E se poi cambia addirittura il risultato?
«In quel caso sarebbe ancora più grave non aver voluto controllare le schede».
Un legale dei controricorrenti sostiene che quelle schede nulle non sono incerte, ma bianche o pasticciate.
«Questa è bella. Non si capisce da dove arrivi questa certezza, visto che non mi risulta ci sia un altro modo per verificarlo che concedere l’accesso alle nulle, quello negato proprio dalla Regione. Forse questo avvocato ha parlato con tutti i 3.915 presidenti delle sezioni elettorali pugliesi che gli hanno assicurato che è così, che su quelle schede c’è scritto “Maradona” e “Ronaldo”? Per questo avevamo chiesto di accedere agli atti, ma la “casa di vetro” di Vendola, di fronte alla richiesta, ha tirato le tende. Assumendo un atteggiamento di chiusura totale e dimostrando la schizofrenia tra parole come trasparenza e i comportamenti reali. Ma di cosa ha paura? Invito a riflettere su quello che sarebbe accaduto a parti invertite, se Vendola avesse fatto ricorso e noi, alla guida della Regione, avessimo negato l’accesso alle schede. Chissà che sproloqui sulla violazione dei principi democratici...».
E ora? Consiglio di Stato?
«Certo. Continuiamo una battaglia di democrazia e civiltà, che non è certo la battaglia di chi non accetta la sconfitta. Io non metto in discussione che Vendola sia il presidente e abbia diritto di governare. Chiedo solo un momento di chiarezza e trasparenza, anche nel suo interesse. Da sinistra obiettano che non è automatico che i voti “negati” alla Cdl sarebbero andati all’Unione. Ma il problema è un altro. In un Paese civile e democratico è un dettaglio o è importante sapere se ho vinto di 1, di 1.000 o di 300mila voti? Be’, per noi è importante, il centrosinistra come la pensa? Sostenere che il diritto di accesso agli atti vada sacrificato sull’altare di un dato giuridico come la “certezza elettorale” è paradossale: il principio di una verifica va proprio nella direzione di garantire che la volontà degli elettori sia stata rispettata.
Ma in attesa del prossimo ricorso, non escludo iniziative anche di carattere politico. Abbiamo tantissime sollecitazioni in questo senso da parte di elettori e cittadini, e cercheremo di canalizzare questa spinta dal basso. Non che non siano convinti del risultato. Diciamo che vogliono elementi per convincersene».
E intanto Vendola governa.
«Sì, e con una certa tendenza generalizzata al “no”, dimostrata per esempio sull’energia. Vendola non vuole il rigassificatore di Brindisi, è contro l’eolico, blocca le nuove centrali. Con la sola eccezione, ma è un’altra storia, di una centrale in via di realizzazione a Modugno da parte del gruppo Energia-De Benedetti, per la quale pare che il blocco non valga... Detto questo, vogliamo solo una verifica: siamo convinti e consapevoli che Vendola possa governare con il pieno consenso.

Ma, magari, sapendo per quanti voti ha vinto».

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